La crisi morde, e il degrado al quale stiamo assistendo lascia sbalorditi. Tutto ormai si riduce ad una contrattazione al ribasso in qualsiasi campo della vita politica, economica e sociale di questo paese. Sotto il peso del ricatto della crisi e di questa stolta teoria di sviluppo, subiamo miserie che fino a qualche decennio passato pensavamo buttate nel dimenticatoio della storia.
Così ci ritroviamo qui a difendere nel terzo millennio l'acqua come bene pubblico, ad aggrapparci ad un lavoro che nella maggior parte dei casi subiamo come violenza psicologica e sociale senza una qualche speranza di realizzazione professionale; a lottare per ciò che ritenevamo elementari diritti di una società civile come poter godere di una vecchiaia senza il dover pensare a come fare per mantenersi.
Siamo in crisi, in crisi di sistema economico e antropologica: ci hanno cambiati in questi 40 anni, adattati ad un pensiero unico che, promuovendo individualismo e competizione, ora ci sta conducendo diritti ad un nuovo medioevo di barbarie.
E' crisi di umanità, perchè oltre a qualche emozione superficiale innescata dal sistema, siamo automi abbandonati al nichilismo e fatalità deresponsabilizzati da qualsiasi fattore sociale e solidale.
La miseria sottoculturale, umana e morale è ben visibile ogni giorno ai miei occhi: mi basta solo uscire di casa e guardarmi attorno.
Sicuramente è anche colpa nostra che non siamo riusciti a difenderci, probabilmente perchè non compreso la gravità della situazione o la capziosità del sistema, riducendoci ad una società nella quale siamo considerati l'equivalente di bambini.
Il nostro spazio di azione libera e con qualche reale potere decisionale , tranne rarissimi casi, si manifesta nello scegliere quale merce comprare per renderci ancora più inutili,idioti e sucubi al sistema.
E allora vedi operai fare rate di 6 anni per cambiare macchine da 35 mila euro, famiglie che elemosinano maggiori ore di lavoro per poter permettersi ciò che " ti fa stare al passo coi tempi".
Promettendoci futuri radiosi, ci hanno fatto credere di poter essere tutti ricchi uguali con l'artefizio del fare i ricchi con i debiti.
La miseria di vedere gente inseguire ricchezza, mentre in realtà si rende solo più schiava.
Una volta il povero serviva il padrone, per bisogno, ma sapeva di essere sfruttato; adesso c'è il salario e la condivisione di orizzonti infiniti di prosperità ed emancipazione.
Mi fermo qui, ma potrei andare oltre.
Mi scuso per possibili eventuali errori ortografici ma non ho nemmeno la voglia di rileggermi.
Solo il fatto di dover scrivere ancora di queste cose, è miseria.
Così ci ritroviamo qui a difendere nel terzo millennio l'acqua come bene pubblico, ad aggrapparci ad un lavoro che nella maggior parte dei casi subiamo come violenza psicologica e sociale senza una qualche speranza di realizzazione professionale; a lottare per ciò che ritenevamo elementari diritti di una società civile come poter godere di una vecchiaia senza il dover pensare a come fare per mantenersi.
Siamo in crisi, in crisi di sistema economico e antropologica: ci hanno cambiati in questi 40 anni, adattati ad un pensiero unico che, promuovendo individualismo e competizione, ora ci sta conducendo diritti ad un nuovo medioevo di barbarie.
E' crisi di umanità, perchè oltre a qualche emozione superficiale innescata dal sistema, siamo automi abbandonati al nichilismo e fatalità deresponsabilizzati da qualsiasi fattore sociale e solidale.
La miseria sottoculturale, umana e morale è ben visibile ogni giorno ai miei occhi: mi basta solo uscire di casa e guardarmi attorno.
Sicuramente è anche colpa nostra che non siamo riusciti a difenderci, probabilmente perchè non compreso la gravità della situazione o la capziosità del sistema, riducendoci ad una società nella quale siamo considerati l'equivalente di bambini.
Il nostro spazio di azione libera e con qualche reale potere decisionale , tranne rarissimi casi, si manifesta nello scegliere quale merce comprare per renderci ancora più inutili,idioti e sucubi al sistema.
E allora vedi operai fare rate di 6 anni per cambiare macchine da 35 mila euro, famiglie che elemosinano maggiori ore di lavoro per poter permettersi ciò che " ti fa stare al passo coi tempi".
Promettendoci futuri radiosi, ci hanno fatto credere di poter essere tutti ricchi uguali con l'artefizio del fare i ricchi con i debiti.
La miseria di vedere gente inseguire ricchezza, mentre in realtà si rende solo più schiava.
Una volta il povero serviva il padrone, per bisogno, ma sapeva di essere sfruttato; adesso c'è il salario e la condivisione di orizzonti infiniti di prosperità ed emancipazione.
Mi fermo qui, ma potrei andare oltre.
Mi scuso per possibili eventuali errori ortografici ma non ho nemmeno la voglia di rileggermi.
Solo il fatto di dover scrivere ancora di queste cose, è miseria.
Commenti
Sei per caso schiavo della tua censura?
Coraggio... nessuno ti scrive!
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=dYL0EAqW_xg