Molti dei lettori di questo blog, conoscono a memoria il testo di questa canzone del grande Faber..:
Dedico questa canzone a chi non ci crede più, a tutti coloro che si adagiano nella stupida rassegnazione convinti che questo pseudo progresso sia ormai incontrastabile. A chi non vota perchè sono tutti uguali, a chi si lamenta ma poi continua a delegare alle stesse persone il proprio futuro. A chi abdica alla ragione in favore di stupide e immediate soluzioni, che non fanno altro che accelerare l'inevitabile catastrofe. A chi, in questo momento in cui il sistema è in crisi, si lascia andare in stolide considerazioni , tra l'altro senza fare nulla per evitarlo, tipo che a pagare saranno in ogni caso sempre e solo le persone povere.
L'Europa è in subbuglio, si preparano misure draconiane per i lavoratori, creando ancora una volta corsie preferenziali per coloro che la crisi hanno contribuito a crearla.
E noi che facciamo?
Prima o poi, che sia fra 1, 2, 3, 10, 20, 50 o 100 anni, ci sarà qualcuno che verrà a bussare alle nostre porte, e allora, se non avremo fatto nulla per evitare la catastrofe sociale-economico-finanziaria, nessuno di noi potrà credersi assolto.
L'economia siamo noi ogni volta che decidiamo di comprare qualcosa, ogni volta che cediamo ai bisogni quotidianamente inculcati da questo sistema.
Credo sia giunto il momento di dire basta a questo circolo vizioso per il quale siamo automi configurati alla nascita per lavorare ( se c'è lavoro), acquistare in modo compulsivo e morire nei debiti per alimentare un meccanismo sempre più predatorio.
Prima o poi qualcuno, verrà a chiederci il conto di questa falsa opulenza, e io voglio poter essere tra gli assolti.
Dedico questa canzone a chi non ci crede più, a tutti coloro che si adagiano nella stupida rassegnazione convinti che questo pseudo progresso sia ormai incontrastabile. A chi non vota perchè sono tutti uguali, a chi si lamenta ma poi continua a delegare alle stesse persone il proprio futuro. A chi abdica alla ragione in favore di stupide e immediate soluzioni, che non fanno altro che accelerare l'inevitabile catastrofe. A chi, in questo momento in cui il sistema è in crisi, si lascia andare in stolide considerazioni , tra l'altro senza fare nulla per evitarlo, tipo che a pagare saranno in ogni caso sempre e solo le persone povere.
L'Europa è in subbuglio, si preparano misure draconiane per i lavoratori, creando ancora una volta corsie preferenziali per coloro che la crisi hanno contribuito a crearla.
E noi che facciamo?
Prima o poi, che sia fra 1, 2, 3, 10, 20, 50 o 100 anni, ci sarà qualcuno che verrà a bussare alle nostre porte, e allora, se non avremo fatto nulla per evitare la catastrofe sociale-economico-finanziaria, nessuno di noi potrà credersi assolto.
L'economia siamo noi ogni volta che decidiamo di comprare qualcosa, ogni volta che cediamo ai bisogni quotidianamente inculcati da questo sistema.
Credo sia giunto il momento di dire basta a questo circolo vizioso per il quale siamo automi configurati alla nascita per lavorare ( se c'è lavoro), acquistare in modo compulsivo e morire nei debiti per alimentare un meccanismo sempre più predatorio.
Prima o poi qualcuno, verrà a chiederci il conto di questa falsa opulenza, e io voglio poter essere tra gli assolti.
Commenti
il vostro finto progresso
il vostro comandamento
"Ama il consumo come te stesso"
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
voi non potete fermare il tempo
gli fate solo perdere tempo.
un saluto fraterno
Io, nonostante tutto, non mollo.
Ti abbraccio.
Non siamo pochi, il problema è che non ci ascoltano.
Un abbraccio