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ECCO PERCHE' NON HO CHIUSO

C'è che noi nella storia siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perdurare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restare schiavi.Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.

(da "Il sentiero dei nidi di ragno")

Avevo già pubblicato questo pezzo, ma credo sia sempre bello rileggerlo. Per me, è un po' come una guida, una specie di sermone con il quale ogni volta mi confronto per dare senso, per trovare nuova spinta e linfa alla mia ricerca di riscatto. E' difficile, certo, ma essere dalla parte della ragione e vedermi comandato da questa mediocrità proprio non riesco a sopportarlo.
Loro non vinceranno; non faranno Storia; la loro volontà di perpetuare come unico sistema lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sulla natura dovrà inevitabilmente schiantarsi contro i confini imposti dalla ragione.
Come è vero che finchè ci sarà anche un solo uomo in catene tutta l'umanità non sarà libera, è altrettanto vero che finchè ci sarà anche un solo uomo con il coraggio e la pazienza di remare contro, l'umanità potrà sperare in quel riscatto. E allora trasformiamo questa nostra condizione di miseria umana, in voglia di fare e pazienza.
La strada certamente impervia e lunga non sarà priva di speranze disattese, ma l'alternativa resta rassegnarsi a questa vita mediocre, alla tracotanza di un potere insopportabile, al furore dei gesti anonimi.

Commenti

la Volpe ha detto…
un abbraccio, sapevo in cuor mio che non te ne saresti andato. non mi chiedere perché... SARÀ STATO GESÙ e il partito dell'ammmmmore!
luce ha detto…
Ahhhhh, si! Questo è Marco!Questo sei tu!
Grazie per essere qui oggi, domani, e fino a quando sarà...
Un abbraccio graaaaande!
ps Il pezzo iniziale non lo conoscevo, è straordinario, da togliere il fiato e far battere il cuore, quello che resiste.Grazie sempre e comunqe per le cose che dici,fai, vivi.
E la prossima volta che dici che molli, ti meno! :-)
Luz ha detto…
Lo sai che ti stimo e che penso spesso alla tua vita e alle difficoltà che la costellano, ma credo fortemente nel potere terapeutico della resistenza, un po' come il tiro alla fune che ti lascia con i palmi delle mani spellate e il fiato corto, ma è davvero l'unico rimedio in questa lotta quotidiana.
Ti abbraccio e ti bacio, amico mio.
Gianna ha detto…
Grazie con un abbraccio infinito, Marco.
il monticiano ha detto…
Aver spiegato il perchè tu non hai chiuso il blog col postare quel brano da "Il sentiero dei nidi di ragno" è stato pertinente.
Spero di non sbagliare nel collegare le parole dell'ultima tua frase del tuo post a quanto è successo a Milano col souvenir.
Punzy ha detto…
E l'alternativa, diciamocelo, e' inaccettabile :)
NADIA ha detto…
hola :D
sono conteta che tu ci sia!!!!
un abbraccio!!!
SCHIAVI O LIBERI ha detto…
Grazie cara Luz.
Un abbraccio forte forte.
Non ho commentato il post di addio per due ragioni

1) Sapevo, confidavo, che saresti tornato sui tuoi passi ed aver avuto ragione mi rende felice

2) Perché non condividevo questa scelta ed essendo il tuo blog non personale ma di impegno civile mi sembrava ingiusto egoisticamente parlando (ovviamente giustissimo dato che tuo é il blog e tue sono le scelte della vita che hai)

Vengo a questo post per aggiungere una piccola nota: io oggi credo che chi scrive come noi sia paragonabile agli amanuensi: siamo in pochi e non abbiamo, forse, al momento, i numeri per far nascere un vero cambiamento, non radicale come vorremmo e dovrebbe essere.

Ma abbiamo la forza ed i numeri ed i mezzi perfino, per scrivere di giustizia, verità e soprusi affinché in un futuro altri magari trovino questi nostri scritti (presto, non dovremo aspettare di essere trapassati lol) e si rendano magari conto che i dubbi che loro iniziano ad avere sono veri e suffragati da fatti che altri non dicono più ma che noi avevamo scritto già e abbiamo sempre continuato a denunciare.

Non é facile, tanto é vero che lo sconforto e quel senso di gelido scoramento, prende spesso anche me. Ma é questo il nostro compito.

Spetta a noi decidere se assumercelo (con tutti gli oneri ed i pochi onori del caso) o lasciar pedere tutto.

Ti abbraccio
Daniele
Alligatore ha detto…
Abbandonare è una scelta libera, non una soluzione, per questo mi fa piacere che resisti.
calendula ha detto…
non conosco il brano citato, ed essendo una lettrice appassionata volevo più notizie sul libro e autore... sempre che i libro si tratti.... baci baci Cal
Zion ha detto…
sono contenta che scriverai ancora!!!
Bob Bulgarelli ha detto…
Grazie!
Quel libro che citi, meravilgioso libro! Un Calvino che mi colpì come un fulmine nei miei 19 anni(quando lo lessi) e che ora non ricordavo! Ma dentro di me era cresciuto come seme che porta coscienza. A te il merito di avermelo ricordato. Possa un giorno renderti l'immenso favore.
Vedo che hai una sequela di ringraziamenti: non potrebbe essere diversamente.
Vado a leggere il prossimo post...
Ciao_
Roby

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