Per quanto estrapolare una parte di testo da un libro sia sempre, almeno per me, sminuirne il significato totale, voglio pubblicare questo pezzo tratto dal Capitale che sto leggendo, perchè a mio avviso apre orizzonti di riflessione e critica sull'attuale sviluppo della società.
Un argomento leggero, per augurarvi un Buon anno, ma il mio cervello non riesce ad andare in vacanza: fortunatamente ho cercato di abituarlo a ragionare.
Nella manifattura l'arricchirsi di forza produttiva sociale da parte dell'operaio complessivo e perciò del capitale è la conseguenza dell'impoverirsi delle forze produttive dell'operaio. " L'ignoranza è la madre dell'industria come della superstizione. La riflessione e l'immaginazione possono incorrere in errori; ma l'abitudine di muovere la mano o il piede in una data maniera non dipende nè dall'una nè dall'altra di esse. Per questo le manifatture vanno più a gonfie vele laddove si adopera di meno il cervello, cosicchè si può considerare l'officina alla guisa d'una macchina che abbia uomini per parti." In effetti intorno alla metà del XVIII secolo in alcune manifatture s'impiegavano preferibilmente per certe operazioni semplici dei mezzi idioti, cosa che però costituiva un segreto di fabbrica.
" L'intelligenza nella maggior parte degli uomini", dice A. Smith, " è necessariamente formata dalle operazioni che essi compiono tutti i giorni. Un uomo che passi l'intera vita ad eseguire poche semplici operazioni.... non ha alcuna possibilità di esercitare la propria intelligenza... Di solito egli diviene tanto stupido e ignorante quanto è possibile ad essere umano. "Dopo aver descritto l'ottusità dell'operaio parziale, Smith continua: " L'uniformità della sua vita stazionaria intacca per forza di cose anche il coraggio del suo spirito... Intacca sinanco l'energia del suo corpo e lo rende incapace di spiegare con vigore e perseveranza la sua forza al di fuori di quella specifica occupazione alla quale è stato abituato. In tal maniera l'abilità dell'operaio nel suo particolare lavoro sembra acquisita a spese delle sue qualità intellettive, sociali e guerriere, ma in ogni società industriale e civile è necessità che i poveri che lavorano ossia la grande massa del popolo, si riducano in queste condizioni. Come rimedio contro il totale deterioramento della massa del popolo, conseguenza della divisione del lavoro, A. Smith suggerisce l'istruzione popolare a cura dello Stato, sia pure somministrata a prudenti dosi omeopatiche ( a dosi piccolissime).
Tratto da: Il Capitale Karl Marx.
A questo tipo di società, la cultura non serve e purtroppo lo vediamo tutti i giorni.
Un argomento leggero, per augurarvi un Buon anno, ma il mio cervello non riesce ad andare in vacanza: fortunatamente ho cercato di abituarlo a ragionare.
Nella manifattura l'arricchirsi di forza produttiva sociale da parte dell'operaio complessivo e perciò del capitale è la conseguenza dell'impoverirsi delle forze produttive dell'operaio. " L'ignoranza è la madre dell'industria come della superstizione. La riflessione e l'immaginazione possono incorrere in errori; ma l'abitudine di muovere la mano o il piede in una data maniera non dipende nè dall'una nè dall'altra di esse. Per questo le manifatture vanno più a gonfie vele laddove si adopera di meno il cervello, cosicchè si può considerare l'officina alla guisa d'una macchina che abbia uomini per parti." In effetti intorno alla metà del XVIII secolo in alcune manifatture s'impiegavano preferibilmente per certe operazioni semplici dei mezzi idioti, cosa che però costituiva un segreto di fabbrica.
" L'intelligenza nella maggior parte degli uomini", dice A. Smith, " è necessariamente formata dalle operazioni che essi compiono tutti i giorni. Un uomo che passi l'intera vita ad eseguire poche semplici operazioni.... non ha alcuna possibilità di esercitare la propria intelligenza... Di solito egli diviene tanto stupido e ignorante quanto è possibile ad essere umano. "Dopo aver descritto l'ottusità dell'operaio parziale, Smith continua: " L'uniformità della sua vita stazionaria intacca per forza di cose anche il coraggio del suo spirito... Intacca sinanco l'energia del suo corpo e lo rende incapace di spiegare con vigore e perseveranza la sua forza al di fuori di quella specifica occupazione alla quale è stato abituato. In tal maniera l'abilità dell'operaio nel suo particolare lavoro sembra acquisita a spese delle sue qualità intellettive, sociali e guerriere, ma in ogni società industriale e civile è necessità che i poveri che lavorano ossia la grande massa del popolo, si riducano in queste condizioni. Come rimedio contro il totale deterioramento della massa del popolo, conseguenza della divisione del lavoro, A. Smith suggerisce l'istruzione popolare a cura dello Stato, sia pure somministrata a prudenti dosi omeopatiche ( a dosi piccolissime).
Tratto da: Il Capitale Karl Marx.
A questo tipo di società, la cultura non serve e purtroppo lo vediamo tutti i giorni.
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Ciò che preoccupa è il futuro delle nuove generazioni.