Devo assolutamente trovare un modo per uscire dalle quotidiane logiche di questo mercato, criminale. Questa stolida situazione è disperante: consumare la propria vita, rincorrendo l'illusione di un qualche futuro trionfale, che nella realtà ci sta rendendo degli zombi alla diperata ricerca di un angolo di sopravvivenza. Qui, diffidenti a impauriti verso tutto ciò che non è ritenuto sufficientemente familiare, siamo bombardati da modelli che inducono a consumare, con la falsa giustificazione che solo un aumento di consumi può generare occupazione. E così la nostra vita passa, l'unica opportunità che abbiamo di vivere, in una qualche contorsione per sentirsi all'altezza di una corsa che non prevede una minima parvenza di traguardo. Anzì, proprio il traguardo non serve: devi sentirti infelice, costantemente non all'altezza dei tempi, perchè solo così puoi cercare di rimediare consumando l'inutile. E le nostre vite passano in un ufficio, una fabbrica o un'officina, in lavori che anche il più idiota dei sindacalisti dovrebbe considerare, rispetto alla massa di produzione, sottopagato, per servire un'idea di progresso stupida quanto è stupido scavare una buca per poi ricoprirla. E il dramma, è sentire gli operai parlare come quegli economisti, che con i loro sermoni li tengono attaccati per l'intera vita lavorativa ad una macchina. Ma vivere per aspettare un lavoro decente o non precario, per aspettare il venerdì o un giorno di ferie, non è vivere ma sopravvivere. E forse per essere realisti, tutto questo più che progresso, dovremmo chiamarlo lotta per la sopravvivenza.
Aiutatemi a trovare un modo, per uscire da questa logica..
Aiutatemi a trovare un modo, per uscire da questa logica..
Commenti
Vivere non è difficile, potendo poi rinascere.
Parti da lì.
L'unica maniera che sto tentando, con le mie modeste capacità, per mettere per lo meno un freno a questa escalation del potere, con conseguente riduzione in povertà di noi altri, è la lotta di classe: cerco di far conoscere a tutti i miei compagni e colleghi di lavoro la drammatica situazione, non solo salariale, nella quale tutti noi siamo. Questo è il modo che sto cercando di applicare io per uscire da questa logica, tanto più subdola quanto più il singolo si disinteressa delle cose che lo riguardano; condannando anche gli altri al suo stesso supplizio: una vita annoiata, senza sbocchi o minime soddisfazioni; una vita per il lavoro.
Un grosso saluto ed un abbraccio.