Sogno un mondo dove se ho due panini, e un' altra persona non ha niente, possa donarne uno senza dover chiamare questo carità, ma Giustizia. Perchè la carità mantiene lo status quo, la Giustizia cerca le cause di quella povertà.
Marco.
Lo so, questa specie di aforisma non entrerà mai nelle frasi celebri, non sarà mai una frase che troverete su wikipedia e non mi interessa nemmeno più di tanto. Non alla gloria ambisco, visto che è acquisita dopo la morte, ma ad una vita dignitosa perchè la mia vita è adesso, e della gloria non so cosa farmene. Posso dire che in questa frase, ritrovo la mia dignità, la giornaliera voglia di lottare contro questo sistema che fa del privilegio un riconoscimento sociale. Sono fermamente convinto però ( e il voto degli impiegati a Mirafiori credo lo abbia ribadito), che il privilegio non renda liberi, così come non esiste libertà senza responsabilità e coscienza del mondo in cui si vive. In questa frase, ritrovo la mia voglia di lottare contro le spietate leggi del mercato, contro questo asservimento dell'uomo ad una sua invenzione diventata ormai paradossalmente un'entità terza incontrollabile. In questa frase trovo ancora la forza di ribadire, che non l'uomo deve servire all'economia, ma il contrario. Perchè ormai quando ascolto statistiche descrivere la situazione di produttività e salari, mi ribolle il sangue. Quando sento parlare di sacrifici necessari alle esigenze di mercato, mi tremano i polsi capendo che queste esigenze non sono altro che il frutto di dogmi, utili a mantenere l'asservimento dei molti, perpetuando l'immenso accumulo di profitti dei pochi.
Serve un nuovo modo di pensare la società, il lavoro e lo sfruttamento delle risorse naturali che non sono di una nazione o di un popolo, ma di tutti i 7 miliardi di persone che abitano questo mondo. Non è con le guerre per accapparrarsi le risorse che si costruisce la pace, non è con la forza militare o economica che si costruiscono le basi per un reale progresso della società.
Sono stanco di sentire parlare di competitività, e non vedo il perchè io povero operaio, mi debba alzare la mattina e sentirmi in competizione con un cinese, forse ancora più povero di me, per far funzionare un sistema che ci mantiene poveri entrambi e sempre più asserviti alle sue logiche.
Il mondo che il potere ci dipinge, è simile ad un deserto sempre più arido e senza speranza. Sono convinto che essere di sinistra però, voglia dire non rassegnarsi a questa descrizione iconografica, ma cercare quei prati verdi che esistono aldilà dei muri che loro vogliono farci credere insormontabili.
Con questa frase, mi sento più vicino a quei prati e forse, nonostante tutto, dalla parte giusta della Storia.
C'è chi sceglie di dedicare la propria vita all'accumulo di denaro nonostante tutta la miseria umana che questo provoca intorno. Da parte mia ho sempre detto di essere contro questo sistema non perchè in questo momento storico mi trovo dalla parte dei deboli, ma per fare in modo che non esistano i forti. Sarò anche un povero idealista, ma in tutte le epoche il cambiamento è sembrato utopia, e solo con le idee si può cambiare.
Se necessario anche da solo, ma in questa battaglia non sono sicuramente solo.
"Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza, ci ha dato povertà."
Marco.
Lo so, questa specie di aforisma non entrerà mai nelle frasi celebri, non sarà mai una frase che troverete su wikipedia e non mi interessa nemmeno più di tanto. Non alla gloria ambisco, visto che è acquisita dopo la morte, ma ad una vita dignitosa perchè la mia vita è adesso, e della gloria non so cosa farmene. Posso dire che in questa frase, ritrovo la mia dignità, la giornaliera voglia di lottare contro questo sistema che fa del privilegio un riconoscimento sociale. Sono fermamente convinto però ( e il voto degli impiegati a Mirafiori credo lo abbia ribadito), che il privilegio non renda liberi, così come non esiste libertà senza responsabilità e coscienza del mondo in cui si vive. In questa frase, ritrovo la mia voglia di lottare contro le spietate leggi del mercato, contro questo asservimento dell'uomo ad una sua invenzione diventata ormai paradossalmente un'entità terza incontrollabile. In questa frase trovo ancora la forza di ribadire, che non l'uomo deve servire all'economia, ma il contrario. Perchè ormai quando ascolto statistiche descrivere la situazione di produttività e salari, mi ribolle il sangue. Quando sento parlare di sacrifici necessari alle esigenze di mercato, mi tremano i polsi capendo che queste esigenze non sono altro che il frutto di dogmi, utili a mantenere l'asservimento dei molti, perpetuando l'immenso accumulo di profitti dei pochi.
Serve un nuovo modo di pensare la società, il lavoro e lo sfruttamento delle risorse naturali che non sono di una nazione o di un popolo, ma di tutti i 7 miliardi di persone che abitano questo mondo. Non è con le guerre per accapparrarsi le risorse che si costruisce la pace, non è con la forza militare o economica che si costruiscono le basi per un reale progresso della società.
Sono stanco di sentire parlare di competitività, e non vedo il perchè io povero operaio, mi debba alzare la mattina e sentirmi in competizione con un cinese, forse ancora più povero di me, per far funzionare un sistema che ci mantiene poveri entrambi e sempre più asserviti alle sue logiche.
Il mondo che il potere ci dipinge, è simile ad un deserto sempre più arido e senza speranza. Sono convinto che essere di sinistra però, voglia dire non rassegnarsi a questa descrizione iconografica, ma cercare quei prati verdi che esistono aldilà dei muri che loro vogliono farci credere insormontabili.
Con questa frase, mi sento più vicino a quei prati e forse, nonostante tutto, dalla parte giusta della Storia.
C'è chi sceglie di dedicare la propria vita all'accumulo di denaro nonostante tutta la miseria umana che questo provoca intorno. Da parte mia ho sempre detto di essere contro questo sistema non perchè in questo momento storico mi trovo dalla parte dei deboli, ma per fare in modo che non esistano i forti. Sarò anche un povero idealista, ma in tutte le epoche il cambiamento è sembrato utopia, e solo con le idee si può cambiare.
Se necessario anche da solo, ma in questa battaglia non sono sicuramente solo.
"Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza, ci ha dato povertà."
Commenti
Buona domenica.
Un abbraccio