Sto leggendo un libro , a dire il vero ci sto provando visto la mancanza di tempo, che parla di giovani e del disagio crescente che provano nel vivere in una società che non sembra fatta per loro. Una società senza punti di riferimento nella quale vengono lasciati in balia degli eventi, anche grazie a genitori sempre meno presenti per questioni di lavoro. Così parcheggiati nella loro solitudine, si chiudono in quel deserto emotivo che spesso li porta a non essere nemmeno in grado di descrivere il disagio che provano. Tutto questo poi sfocia spesso in atti violenti, nella disperata ricerca di una prova che ne accerti l'esistenza.
Riporto qui un tratto della copertina perchè ottimo riassunto del contenuto :
Un libro sui giovani, perchè i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perchè un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.
Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa.
Va da sè che, se il disagio non è del singolo individuo, l'origine non è psicologica ma culturale. Perciò inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia nella versione religiosa perchè Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perchè non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini.. Resta solo la "ragione strumentale"che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'eredità del sentimento.
C'è una via di uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Si, se sapremo insegnare ai giovani l' "arte del vivere" come dicevano i greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell'esplicitarle e vederle fiorire secondo misura.
Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sè, l' "ospite inquietante" non sarebbe passato invano.
Qui il video della presentazione del libro.
Riporto qui un tratto della copertina perchè ottimo riassunto del contenuto :
Un libro sui giovani, perchè i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perchè un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.
Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa.
Va da sè che, se il disagio non è del singolo individuo, l'origine non è psicologica ma culturale. Perciò inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia nella versione religiosa perchè Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perchè non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini.. Resta solo la "ragione strumentale"che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'eredità del sentimento.
C'è una via di uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Si, se sapremo insegnare ai giovani l' "arte del vivere" come dicevano i greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell'esplicitarle e vederle fiorire secondo misura.
Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sè, l' "ospite inquietante" non sarebbe passato invano.
Qui il video della presentazione del libro.
Commenti
Purtroppo.
Parlo dall'alto dei miei 52 anni e in questa domenica afosa, dopo aver mangiato un po' di fresco cocomero o anguria, dirò quattro cazzate in allegria.
Cari giovani, ma avete mai letto un libro che parla del disagio giovanile scritto da un vostro coetaneo?
Pensate che voi o vostri pari età non siano in grado di dire perchè non vi sentite realizzati, felici, speranzosi in un futuro migliore?
Voi che riempite milioni di pagine nei vostri blog, non analizzate la vostra condizione con migliori conoscenze di chi si limita a farlo in maniera accademica e per lavoro?
O pensate che quello che scrivete e le cose di cui parlate sono solo amenità scritte sulla sabbia in attesa della prossima onda che le cancellerà?
Sono sempre dei vecchi babbioni che dicono ciò che devono fare o che dovrebbero fare i giovani per migliorare la loro condizione, umana, sociale, personale.
E non è un fenomeno d'oggi, c'è sempre stato, permette a chi giovane non lo è più di stare ancora al passo con i tempi, e dare buoni consigli secondo la loro analisi. Ma mandateli a quel paese e prendete il coraggio a quattro mani e salpate verso il mare aperto.
Noi di una certà età, come i vecchi delle società contadine, non dovremmo fare altro che raccontare, la morale della storia non la dobbiamo più dare, siete voi che in base alla storia dovete trovare la morale e stabilire se è giusta o meno per il vostro sentire.
Detto questo, posso dire che ho stima di chi ha scritto il libro, ho stima di chi lo sta leggendo, ma sono convinto di quello che dico. Fossi in voi non mi fiderei più. Come hanno fregato quelli della mia generazione, gli adulti possono fregare anche voi. Leggete e acculturatevi, come diceva Gramsci e richiama sul blog Schiavi, ma sviluppate il vostro senso critico. Molte volte i "saggi" dicono immani banalità ammantate di "saggezza".
Io ho fiducia in voi giovani, ho speranza che ci possiate dare un prosieguo della nostra vita conforme a quelle che erano le nostre speranze, e ho fiducia anche se in questo momento storico di fiducia si sarebbe portati a non averne più, in niente e in nessuno.
Resistere sempre e comunque
Gap
Ps per onestà debbo dire che non ho ancora letto il libro.
Pellescura:Il problema è proprio l'esempio che ricevono,
Gap: grazie mille per il bel commento. Gli adulti hanno già fregato i giovani costruendo una società dove regna la gerontocrazia. Questo è uno dei problemi: persone anziane che perchè hanno avuto la possibilità di vivere in un 'epoca di forte sviluppo, si credono onnipotenti.
E poi conoscere, e sapersi confrontare è sempre utile. Non subire passivamente ma saper elaborare più informazioni possibili.
Grazie gap....Resistere sempre e comunque
Questa squallida società italiana prima ancora che sulla gerontocrazia si basa sulla famiglia: Mario Rossi ha 30 anni ed é preparatissimo? Alla meglio dovrà sgobbare ed essere flessibile per una ventina d'anni per raggiungere come dipendente una posizione di rilievo, il figlio del tal imprenditore a 25 anni ed oltre agli studi non ha mai avuto un'esperienza professionale degna di nota? A 26 anni sarà già il vice dell'azienda di famiglia e si farà servire e riverire dai talentuosi sotto di lui...
Ma tutto quello che scrive Garimberi lo è. Hai dato un suggerimento eccellente :)
Forse l'esempio degli adulti non è proprio il riferimento ideale...crearne di più edificanti, magari proprio da parte dei giovani, può essere una possibilità.
La soluzione sta nel trovare un aggancio cui aggrapparsi per ritrovare il senso delle cose, ridimensionare il famoso "demone" che tormenta questi giorni e riprendere a vivere secondo natura. Ma in una società, come si diceva, completamente degenerata e priva di buoni esempi... dove, come trovare la via di fuga?? Famiglia, politica, religione, istituzioni, scuola, compagnie... tutte sono al collasso, preda di un drammatico svilimento che continua e continua e non trova fine. I giovani, noi giovani come possiamo trovare insegnamento... laddove chi ci dovrebbe insegnare sta peggio di noi???
Penso che se TUTTI non ci fermiamo, finalmente, a valutare lo stato delle cose e a porvi rimedio come meritano, beh, non avremo alcuna possibilità di liberarci da questo "morbo" che ci sta distruggendo dal di dentro. Dobbiamo volerlo tutti. Sia noi giovani sia coloro, meno giovani, che pretendono di stare nel giusto e quindi di poterci insegnare... qualcosa che non sanno nemmeno loro.
***
Ciao, caro! ;-)
baci Calendula
Ciao
Daniele