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PER QUALI MERITI?

Capita a volte di guardare una fotografia, e presi da quei momenti di riflessione inizi a chiederti se la vita come l'intendiamo noi abbia lo stesso senso per tutti.




Questa fotografia scattata da Kevin Carter nel 1993, che ritrae un bambino sudanese con il ventre gonfio dalla sindrome di Kwashiorkor, ha vinto il premio Pulitzer.
Quando guardo questa immagine, che come un coltello bene affilato entra nella carne del mio essere, non riesco a non chidermi da persona umana , perchè? Che senso ha questo coacervo di ingiustizie e un sistema che permette tutto ciò? Il silenzio di questa foto di povera creatura indifesa, piegata in 2 dalla violenza di un sistema criminale, grida dolore, quasi vendetta alla soffocante indifferenza del mondo occidentale. Dal canto mio, non posso fare a meno di chiedermi anche "di che meriti ho goduto per non essere al suo posto?" Si...perchè quel bimbo accovacciato su quel terreno, sarei potuto essere benissimo io o peggio ancora, da possibile padre, mio figlio e tutto ciò sarebbe stato ancora più terribile per aver donato una vita già finita. Quello che rende ancora più terrificante il quadro, è quell'avvoltoio alle sue spalle, metafora perfetta di questo capitalismo che permette a poche superpotenze di sfruttare il cosiddetto terzo mondo. Negli ultimi 15 anni infatti, cioè da quando è stata scattata quella foto,il problema si è aggravato con l'indice di povertà in crescita, e tuttora le stime delle Nazioni Unite parlano di 854 milioni di persone, circa il 13% della popolazione mondiale, che costantemente soffrono la fame. E' lo stesso 13% ribaltato, tra i quali facciamo parte pure noi, che invece consuma circa l'80% delle risorse . Tra l'altro così imbecilli ed egoisti da sprecarle per vivere peggio fra precariato e insicurezza del domani. Lo so... sono numeri , solo cifre e percentuali alle quali siamo ormai troppo abituati ( a pensarci bene lavorando per il PIL lavoriamo per un numero), ma che nascondono tanta sofferenza e morte.

Ed io, il grido di dolore di quella foto, lo sento più forte che mai.

Commenti

Anonimo ha detto…
il nostro mondo è pieno di enormi contrasti. contrasti a cui spesso siamo assuefatti.
Bambini denutriti e malati in Africa e Asia. Bambini obesi, viziati e screanzati nel nostro mondo "civile".
uomini che guadagnano, se va bene, l'equivalente di 20 euro al mese; e giocatori di calcio che si indignano se gli firmano un contrasto di "solo" 6.5 milioni di euro a stagione.
due deficienti che si definiscono attori che vivono in un maniero in Francia e hanno 2 figli e vengono mantenuti dal dipartimento del paesino in cui vivono con 1800 euro al mese come bonus per i figli, malgrado abbiano un patrimonio stimabile in almeno 9 milioni di euro...in Europa, depositati in banche svizzere e altrattanti se non di più negli Usa. (parlo ovviamente di angiolina Jolie e Brad Pitt, e almeno la prima si para il culo facendo volontariato in africa, ma il secondo non ha scusanti).

per tutti questi contrasti che l'appellativo di Homo sapiens ci va stretto; per tutto ciò che il mondo civile non è mai abbastanza civile.
il ricciolo ha detto…
un solo commento...
che tristezza...
...e togli 'sta foto, che devo ancora fare colazione!
Leonardo ha detto…
Ciao marco,come sempre post emblematico.
La fame e la miseria regnano sovrane in quelle nazioni soggiogate da altre che hanno tutto l'interesse,e solo quello,perchè questo stato di cose permanga.
Mi indigno come te,e come te cerco di fare qualcosa anche solo tramite il blog!
Grazie.
Anonimo ha detto…
"togli stà foto che devo fare ancora colazione", è un commento che lascerei perdere, ma ognuno è libero di pensare come vuole. Spesso mi sono interrogato anch'io se sia lecito fare simili foto, e se il fotografo che così freddamente ha immortalato quel momento abbia un cuore, ma se un fotografo deve raccontare qualcosa, non deve pensare, e per questo io non sarei mai un fotoreporter. Quando un fotoreporter deve raccontare qualcosa, non ci devono essere fronzoli o artifizi innaturali, e famoso è il caso del giornalista del New York Times, licenziato per aver manipolato una fotografia con photoshop, snaturandone il contesto e romanzando quello che accadeva in quel momento. Questa foto è bellissima, nella sua crudeltà, perchè da sola riesce a farti capire quanto sia grave la situazione in quei luoghi, e non mi stupisce affatto che abbia vinto il premio pulitzer, perchè rappresenta la realtà di un mondo in malora, senza fronzoli, senza musiche, solo un silenzio tombale, un bambino morente e un avvoltoio pronto a sfamarsi. Possiamo discutere quanto vogliamo su cosa possa rappresentare metaforicamente quell'avvoltoio, ma la foto è questo che racconta. Le parole possono mentire, gli occhi no. Quanto all'argomento del post, noi non abbiamo fatto nulla, nè facciamo nulla per meritare la nostra vita agiata ad onta di chi si trova con l'avvoltoio alle spalle, eppure per molti è una prassi coltivare la convinzione che questi poveri esseri umani abbiano una qualche colpa per ritrovarsi in quelle condizioni, si convincono di questo per non dover pensare che Dio non esiste, e che se esiste è un gran bastardo, e con Dio ci si convince che fa parte di un disegno che non conosciamo. Queste cose in India le gridano ai quattro venti, e la casta degli "intoccabili" ne è un chiaro esempio, in Italia invece non lo si dice ad alta voce, ma lo si coltiva dentro, e si prova disprezzo per chi fugge da questi luoghi per rifugiarsi dove noi ingrassiamo a dismisura. Non lo pensiamo ad alta voce, ma la sostanza non cambia. Tutto questo è racchiuso in quello scatto, e ci urla quanto siamo figli di puttana.
Anonimo ha detto…
Ti chiedo scusa Schiavi, leggo ora che quel giornalista si suicidò tre mesi dopo aver vinto quel premio, dilaniato dai ricordi di tutti gli orrori che aveva visto nella sua vita...
Blog di prova ha detto…
... SENZA PAROLE ...

... e poi noi ci lamentiamo che non arriviamo alla terza settimana ...
Gabryella Costa Fdd ha detto…
Sai marco,io penso sempre questo:
Le maledizioni non colpiscono mai all'alba,semmai sono una specie di rantolo ,giu,giu,per lo stomaco,
che ti perseguita lungo l'arco se non della vita,per una buon parte di essa.
La storia di kevin Carter ormai ha preso i contorni della leggenda,
ma come sai NON sempre le leggende
sono veriterie,o perlomeno sono portatrici di verita',quello che so è che in quegli anni(dal 1990 al 1998)ho gestito ANCHE un laboratorio fotogratico,
l'artista di casa in qst caso è mia sorella fotografa,
poi io per varie ragioni io l'ho mollata.Facevo le elaborazioni
fotografiche,lei fotografava e stampava,e di quel che succedeva in quel mondo strano dei reporter se ne sentiva di ogni.
Figurati il laborario era vicino a Zebra,uno dei laborari piu in voga e conosciuti (lo è ancora oggi) fra i fotoreporter,spesso ci portavano le "dia" da provinare,
cosi vedevano ogni ben di dio in anteprima,ma di questo fotografo e del suo"strano suicidio"
se ne parlo' e tanto,io mi convinsi che chi aveva visto cio' che aveva fotografato,se aveva
un'anima e un occhio cosi sensibile non poteva NON essergli rimasto qualche cosa,una specie di malore profondo, Immagini cosi forti(non è la sola,forse è la piu tremenda per la presenza dell'avvoltoio alle spalle della bimba)TANTO D A PENSARE AL SUICIDIO,per il senso di vuoto assoluto che ti puo' prendere
MA carter ,secondo altri era già da tempo molto depresso , faceva uso di droghe e soffriva per la morte di un suo caro amico e collega, ucciso dalla polizia di Johannesburg-Diciamo che immagini cosi possono sicuramente aver scatenato l'incontro con il male assoluto cioè la sua depressione, difficile da gestire,e il il rantolo di una bambina sudanese abbandonata morente, con a pochi metri un avvoltoio appostato in attesa di ghermirla puo' aver scatenato un inferno nel fortemente instabile stato emotivo del fotogrfoForse,anzi lo penso,l'avvoltoio per lui ha rappresentao tutti i mali del mondo Africano che subisce a causa dell'oppressione del mondo occidentale,che HA BISOGNO di mondi,di stati ,in perenne bisogno,su cui lucrare,
in vari modi che tutti noi ben conosciamo,dalla mano d'opera a costo zero ai finti aiuti umanitari,alle banche vere divoratrici di interessi sul NULLA.
Alle volte persone depresse ,possono assorbire
come carte veline in una sola immagine tutti i mali del mondo,o forse no,forse è solo la mia idea
gabrybabelle
Lucia Cirillo ha detto…
Quella foto è terribile e meravigliosa. Il mio senso di colpa è enorme...eppure quello di impotenza, per il momento, è ancor più forte.
Gabryella Costa Fdd ha detto…
Alle volte sono curiosa "piu di un RICCIO"FORSE AVER LAVORATO(ancora ci lavoro ma solo part-time e se mi va)nel mondo dell'immagine e della fotografia ha forviato la mia curiosita' verso ogni cosa,specie le persone.In questo post,cio' che piu mi ha colpito sono stai i commenti,mi riferisco al commento del Ricciolo,e ben ha fatto Cesco a commentare aspramente la sua battura!!Quindi la mi acuriosita',capire chi puo' scrivere certe scemenze,sono andata a vedre il blog,ho meglio avrei voluto vederlo,ma mi sono fermata all apagina di presentazione che dice cosi:
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andrea zanello
Età: 35
Segno astrologico: Gemelli
Anno zodiacale: Bue
Settore: Studente
Ubicazione: pozzo di odalengo grande : AL : Italia
Informazioni personali
sono al 5° anno di seminario nella diocesi di casale monf.(AL)

Interessi
la teologia in ogni suo aspetto...
Film preferiti
l'ultimo visto...
Musica preferita
l'ultima ascoltata...
Libri preferiti
l'ultimo letto...
andrea zanelloBlog

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35 anni
sono al 5° anno di seminario nella diocesi di casale monf.(AL)

GIA QUESTO DOVREBBE DARE DA PENSARE

e per i 35 anni e per essere ancora in seminario
ma poi SEMINARIO??????

NON ho parole,!!!!!!!!!!!!!!!

Interessi
la teologia in ogni suo aspetto...
interessi,TEOLOGIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma torna a fare colazione va e strafogati,
te lo dice chi ha studiato dalle suore(non volendo)
fino ai 18 anni e mio malgrado,costretta
TUTTI I GIORNI
ha dover leggere passi e passi della bibbia
del vangelo,della genesi, etc etc,
Ricciolo,
va a fare colazione e strafogati,
ahhhh, remember!!!
non passare da me per scrivere
(come vostro solito)
ma dai,scherzavo,
STRAFOGATI CON IL CAFFELATTE
e ti venisse na' cagarella
scusa lo sfogo Marco,ma quando leggo certe cose!!!
Gianna ha detto…
A me l'appetito, e non FAME,mi è sparito compltamente e ho un macigno dentro.Ho postato sulla fame tempo addietro,se vi interessa.
Caro marco accetti il premio amico che si trova nella mia bacheca e il codice da asterix?
Gianna ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Donna Cannone ha detto…
Ciao - ti rispondo qui, poi se vuoi cancella il commento. Ok per me va benone se vuoi far girare il post su Marte. Grazie/Obrigadinha e atè mais :-)
articolo21 ha detto…
In questa foto c'è la rassegnazione, la fine del mondo, la vittima e il parassita, una legge innaturale incomprensibile, l'economia che uccide, il libro nero del capitalismo.
SCHIAVI O LIBERI ha detto…
Alexander, il tuo bel commento non consente repliche.

Cesco: non preoccuparti. Quella foto a me mette i brividi, figuriamoci a chi si è trovato a scattarla.Una volta viste certe immagini, penso che la vita non possa più essere la stessa.
Grazie anche a te per il commento.

Il Ricciolo: scusami ma da te mi aspetterei un po' più di sensiblità.

Sirio: felice di rivederti nel blog, si...credo sia fondamentale indignarsi facendo un fronte comune. Grazie a te.

Natale: anche quello è un problema in un sistema tutto da rifare.

Lucia: ci credo, ma sarebbe già un buon punto di partenza iniziare a consumare meno.

Gabry: grazie per i commenti come sempre perfetti.

Stella: arrivo subito.
Gatta bastarda ha detto…
per nessun merito caro schiavi o liberi... è solo fortuna di essere nati in un certo posto e in un certo momento invece che in un altro... purtroppo anche la fortuna ci rende schiavi o liberi
Gatta bastarda ha detto…
ma non è che il ricciolo voleva solo fare un commento cinico (cioè di come purtroppo si comportano tante persone di fronte a quella foto) tanti si schifano ma poi non fanno niente neanche dopo aver visto una foto così...secondo me era un commento cinico e basta...chiedetegli spiegazioni prima di insultarlo...
bradipa ribelle ha detto…
le sento anche io quelle urla, le sento dopo aver mangiato, le sento aprendo il frigorifero.... le sento in continuazione, urla di disperazione, urla di accusa, urla...

anche io mi chiedo spesso il perchè del mio essere qua, una domanda a cui ancora non sono riuscita a darmi risposta.
Siamo il 20% della popolazione mondiale e ci pappiamo l'80% delle risorse... queste foto le hanno fatte vedere e rivedere, ma il risultato è stata il progressivo menefreghismo di fronte alla situazione, molto più semplice dare la colpa agli altri, a chi sta in alto.
Forse sarò troppo idealista, ma credo che possiamo farcela a cambiare questa situazione, questi squilibri a partire da noi stessi e dalla nostra condotta, continuando a fare sempre e comunque informazione alternativa. Bisogna combattere quel muro di omertà, ben interpretato dal commento del ricciolo (credo sarcastico, appunto a dimostrare quello che dico), che fa parte della vita di tutti i giorni di buona parte di quel 20% del mondo. Quegli occhi hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di guardare il mondo con dignità, noi dobbiamo combattere affinchè possano davvero farlo. Dobbiamo combattere con i nostri mezzi e le nostre possibilità, è vero, ma mai nascondersi dietro la frase "la responsabilità è di qualcun altro, qualcuno più in alto".
Un abbraccio
calendula ha detto…
parlo in continuazione del problema della fame nel mondo, mi danno della romplicoglioni ma non m'importa, Gabry.. hai scritto il mio pensiero.... complimenti al ricciolo per la sensibilità, lascia il seminario e vai a lavorare... che di preti che non servono a nulla è pieno zeppo il mondo.. e tu saresti il prossimo...
Franca ha detto…
Quando respingiamo gli immigrati alle frontiere, quando facciamo certe leggi, dovremmo avere bene in mente questa foto: è da questo che cercano una via di salvezza...
Gianna ha detto…
Caro marco,se vai ora tra le mie etichette trovi il post dal titolo "LA FAME".
Mi piacerebbe che tu lo leggessi.
Hai ritirato il premio?
la S-Fusa di natura ha detto…
non conoscevo questa foto...grazie di avermela fatta vedere...
quello che hai scritto,la tua riflessione...è giustissima...la penso come te...e non aggiungo altro,se no i miei capello diventao elettrici...

ciaocioa!
nespolina ha detto…
"Vale milioni di volte di più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco della terra"

Mi sa che molta gente non condividerebbe la frase...

A parole son tutti bravi ma quando poi si chiede di fare rinunce...

Bellissimo post...interessanti i commenti...Ricciolo potevi evitare (anche se credo che fosse sarcasmo...pur sempre fuoriluogo)...
SCHIAVI O LIBERI ha detto…
Nespolina; bentornata.
Infondo, visto il suo impegno, penso anch'io che Ricciolo stesse scherzando.
Anonimo ha detto…
la foto che hai mostrato dimostra in pieno tutta la miseria che esiste nel mondo tale miseria sta diminuendo ma ancora è molta e la radice di tutto questo è identificabile nel comunismo. il comunismo crea difatti quel terreno in cui può crescere la discriminazione e il razzismo.
il capitalismo al contrario globalizza la società e crea ricchezza per tutti.
ed è il capitalismo che sta portando a termine l'ammodernamento della società. si pensi per esempio al progetto di Bill gates di vendere pc a basso prezzo alle popolazioni dei Paesi africani oppure di mandare derrate in agricole e alimentari in esubero alle medesime popolazioni.
il comunismo invece fondandosi sulla competizione e sull'eguaglianza ha esasperato queste condizioni.
la competizione e la disuguaglianza sono concetti alieni alla nostra cultura capitalista.

motivo per cui ho votato AN

Federico G.
SCHIAVI O LIBERI ha detto…
Federico: Sto scoppiando dalle risate...non resisto. ah,ah,ah,ah,ah,ah,ah,ahaha,ahahahahaahah. Il comunismo si fonda sulla competizione e l'uguaglianza.ahahahahahahahahaha
Quelle povere creature mangiano cibo non computer. Fino a quando mandiamo aiuti per fregarli da altre parti, non risolveremo niente. Ricordati che è il capitalismo che si fonda sulla competizione.
il Russo ha detto…
Mi sa che qua il 99% degli utenti ha preso una cantonata da manicomio e dovrebbe chiedere scusa al Ricciolo, la sua battuta descriveva noi occidentali che consumiamo a più non posso e ci danno pure fastidio davanti alla nostra opulenza certe immagini, ma forse il sarcasmo era troppo sottile (stavolta sarcasmo lo sto facendo io...).
Credo che uno che sta con i comboniani sappia meglio di molti internauti cosa vogliano dire le parole Africa e povertà, ribadisco che diverse persone hanno fatto una magra da manicomio, mi spiace per loro ed al Ricciolo chiedo scusa io.
Pipoca ha detto…
Proponi sempre degli argomenti così stimolanti che per lasciarti un commento, io non so mai da dove cominciare, che tutte le idee mi fanno a corsa nella mente per venir fuori e si ammassano una sull'altra.

Anch'io, come ho letto di altri, sono amante della fotografia. Il dono del buon fotografo (di reportage o comunque denuncia) è quello di poter sintetizzare in un immagine essenzialmente bidimensionale, senza suoni né movimento, ed a volte anche senza colori, tutta la realtà. E questo fotografo, effettivamente c'è riuscito, almeno nell'accezione in cui noi lo guardiamo adesso.

Ma oltre all'interpretazione della fotografia, all'indignazione, necessaria prima di tutto, c'è anche qualche altra cosa che si può fare: imparare.

Spesso noi guardiamo queste cose da lontano, senza renderci conto che, anche indirettamente, a tutto ciò vi partecipiamo anche noi.

Uno amico pittore, molto tempo fa fece un quadro abbastanza provocatorio: due bambini malati di kwashiorkor con un piccolo oggetto in mano che sembrava un biscotto quadrato, ma che a guardarlo bene era un libriccino di chiesa.

La maggior parte delle persone che lo videro pensarono immediatamente solo al biscotto. Alle poche persone che ebbero modo di parlare con lui fu spiegata la provocazione: potremmo riempirci e riempir loro la bocca di infinite o sagge o sacre o quel vuoi parole, ma la situazione non cambia; anche se lì per lì alla maggior parte della gente vedere anche solo in quadro che hanno due biscotti dà già un certo sollievo.

Tutto questo ambaradan di messaggi visivi non devono diventare la nostra catarsi.

C'è altro da fare : la non-collaborazione al sistema economico odierno.
Chiedersi, in ogni attimo della giornata, continuamente, se quello che stiamo facendo, se quello che stiamo comprando o consumando ha un senso, anche per quel bambino lì,
E raccontarlo, spiegarlo e dimostralo, ognuno come può e come sa fare, a tutti gli altri.
Blog di prova ha detto…
E se penso che in spagna consumano quintali e quintali di pomodori per lanciarseli dietro... Mi sale una rabbia...

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