Ieri sera ho partecipato ad un incontro con Valentino Parlato: il tema della serata era l'unità delle sinistre che si definiscono anticapitaliste. E già detto così, sembra una missione impossibile visto che al momento esistono sette partiti comunisti ognuno con la propria verità in tasca. Ma qui a Mantova, si è deciso di intraprendere questa strada, anche in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera. Dirò la verità: sono venuto via prima della fine del dibattito, stanco di sentire sempre le stesse cose, ma soprattutto contrariato dalla mancanza di cultura di una base, che purtroppo non sembra essere all'altezza delle sfide che si prospettano all'orizzonte. Non mi piace parlare così, perchè ciò mi pone con un'aria di superiorità che non amo, ma dalla serata secondo il mio punto di vista è uscita una grossa difficoltà di analisi. I temi cardini sono stati sempre gli stessi: crisi della politica, lavoro, globalizzazione e il problema dell'immigrazione. La crisi della politica, credo ormai sia sotto gli occhi di tutti: la politica degli slogan e dai contenuti vuoti, senza dare reali alternative ad un sistema che accusa gravi deficenze derivanti dalle sue contraddizioni a livello economico e sociale.
Con il lavoro, credo sia necessario reclamare un modo di produrre umano, che rispetti uomo e ambiente e non il lavoro a qualunque costo. Così vincono loro: tolgono diritti, sfruttando l'instabilità economica del lavoratore. Naturalmente Valentino Parlato essendo un intellettuale di rilievo, conosce tutto questo, ma è la base a lasciar perplessi.
Poi globalizzazione e immigrazione che sono le due facce della stessa medaglia. Questa organizzazione globale, che sposta capitali ingenti, che causa povertà diffusa con una concentrazione di ricchezza in mani sempre minori, è una delle cause del degrado a cui assistiamo. E in questo, l'immigrazione usata come capitale umano di riserva, gioca un ruolo fondamentale nell'abolizione dei diritti e nella frantumazione di un tessuto sociale che possa contrapporsi a questo. Sono fermamente convinto che un partito di sinistra, definito comunista, abbia il dovere di lottare per una giustizia globale che cancelli per sempre l'esigenza di una emigrazione forzata. Non posso sopportare l'idea, che un uomo debba scappare dalla sua terra, dalle sue radici, per venir ad essere sfruttato qui in un campo di meloni o pomodori a 700 euro al mese. E gli stessi che li sfruttano, sono poi quelli che fomentano odio razziale e discriminazione. L'immigrazione è un valore, quando deriva da una scelta voluta e non obbligata da fame e bombe. Tutto il resto, è utile solo ad un capitale che può vantare in questo modo manodopera disposta a tutto, arricchendo le sue tasche già gonfie. Credo che la realtà cui siamo sottoposti, richieda una continua e costante capacità di analisi e purtroppo deficitiamo in questo. Ho avuto la sensazione, che siano riusciti a spostare un po' tutti a destra. Ma forse è solo una mia opinione, causata dalla frustrazione nel vedere questo stato di cose, per altro condivisa anche da altri.
Tutto questo per dire, che cari miei il cammino verso la civiltà è ancora lungo.
Si riuscirà a trovare un accordo? Vedremo, ma è l'unico modo per riuscire ad incidere.
Con il lavoro, credo sia necessario reclamare un modo di produrre umano, che rispetti uomo e ambiente e non il lavoro a qualunque costo. Così vincono loro: tolgono diritti, sfruttando l'instabilità economica del lavoratore. Naturalmente Valentino Parlato essendo un intellettuale di rilievo, conosce tutto questo, ma è la base a lasciar perplessi.
Poi globalizzazione e immigrazione che sono le due facce della stessa medaglia. Questa organizzazione globale, che sposta capitali ingenti, che causa povertà diffusa con una concentrazione di ricchezza in mani sempre minori, è una delle cause del degrado a cui assistiamo. E in questo, l'immigrazione usata come capitale umano di riserva, gioca un ruolo fondamentale nell'abolizione dei diritti e nella frantumazione di un tessuto sociale che possa contrapporsi a questo. Sono fermamente convinto che un partito di sinistra, definito comunista, abbia il dovere di lottare per una giustizia globale che cancelli per sempre l'esigenza di una emigrazione forzata. Non posso sopportare l'idea, che un uomo debba scappare dalla sua terra, dalle sue radici, per venir ad essere sfruttato qui in un campo di meloni o pomodori a 700 euro al mese. E gli stessi che li sfruttano, sono poi quelli che fomentano odio razziale e discriminazione. L'immigrazione è un valore, quando deriva da una scelta voluta e non obbligata da fame e bombe. Tutto il resto, è utile solo ad un capitale che può vantare in questo modo manodopera disposta a tutto, arricchendo le sue tasche già gonfie. Credo che la realtà cui siamo sottoposti, richieda una continua e costante capacità di analisi e purtroppo deficitiamo in questo. Ho avuto la sensazione, che siano riusciti a spostare un po' tutti a destra. Ma forse è solo una mia opinione, causata dalla frustrazione nel vedere questo stato di cose, per altro condivisa anche da altri.
Tutto questo per dire, che cari miei il cammino verso la civiltà è ancora lungo.
Si riuscirà a trovare un accordo? Vedremo, ma è l'unico modo per riuscire ad incidere.
Commenti
E' giù!
mooooooolto ma moooooolto in basso!
E' una battuta, ma è anche la sintesi perfetta di ciò che vedo. C'è molta gente scontenta anche "a destra". Forse dovremmo prima unirci e risollevare un po' il livello di civiltà.
Utopia...ma tant'è, secondo Eduardo Galeano:
(utopia)
"Lei è all'orizzonte
Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta dieci passi più in là.
Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
Serve proprio a questo: a camminare."
e andiamo... :)
Sto leggendo un suo libro. Fantastico. Storia dal '400 ad oggi.
Detto questo, capisco il tuo scoramento, fare politica attiva in mezzo a vecchi arnesi supponenti, boriosi di mezz'età che sono perfetti falliti e ben pochi giovani sgamati a sufficienza, non trovo sia stato da altezzoso scazzarti ed uscire prima.
Però potevi almeno restare fino alla fine per chiedergli se il suo voto di domenica a suo parere era servito a qualcosa, no?
Per lui era più un voto simbolico, per far vedere che anche se in maniera non perfettamente organizzata o addirittura confusa, una opposizione a Berlusconi c'è.
Però non crede nel partito come nelle primarie fatte in questo modo. Ha aggiunto che non voterà mai PD.
Ci sono toni brutti e indecenti e sicuramente ci sono pure toni alti e volgari. E' più stadio che politica.
Ed è più pensante il volto di "vecchio" di quello di un "giovane".
Ha più peso pure economicamente.
Non si accorgono che prima o poi, questa generezione che ha poco, non potrà valere come questa attuale. Ma quella attuale non vuole lasciare il posto. E nemmeno vuole un cambiamento che potrebbe favorire quella giovane. Purtroppo.
Naturalmente più che una presentazione del libro si è trattato di una lezione piacevole e costruttiva.
Ti lascio un saluto, ripasserò!
A presto :)
solo due parole: CHE MERDA