Nel video sopra Rubbia spiega i problemi del nucleare a Casini.
Ora riporto un pezzo di articolo tratto dal manifesto sul nucleare visto che, la nostra conclamata classe dirigente vuole propinarcelo come la soluzione ultima dei nostri problemi energetici.
Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia. Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato?Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe. La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca.Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale?E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati.Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti.Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma.In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.
Con questi dati, è evidente che la soluzione nucleare è il delirio, di una classe dirigente, non in grado di proiettare il paese verso una soluzione realmente valida e rispettosa dell' ambiente. E' la solita soluzione a breve termine, senza preoccuparsi di quello che le generazioni future saranno costrette a pagare in termini di danni. Ma a parte questo voglio chiedere una cosa:
"Siccome il nucleare è stato abolito con un referendum, se fossimo realmente in
un paese democratico, non bisognerebbe reintrodurlo con un' altra consultazione popolare?" Dopo, visto l' ignoranza che ci circonda forse vincerebbero lo stesso, ma almeno, avrebbe una parvenza un pò più democratica. Quello che mi fa riflettere è: in un paese dove non siamo nemmeno in grado di smaltire i rifiuti "normali", come possiamo pensare di essere in grado di smaltire scorie nucleari. E, quando iniziremo a parlare di energie rinnovabili pulite: sole, vento, acqua? E intanto, mentre mi faccio queste domande, sempre più persone muoiono di malattie causate dall' inquinamento. Che tristezza amici!
Ora riporto un pezzo di articolo tratto dal manifesto sul nucleare visto che, la nostra conclamata classe dirigente vuole propinarcelo come la soluzione ultima dei nostri problemi energetici.
Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia. Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato?Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe. La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca.Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale?E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati.Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti.Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma.In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.
Con questi dati, è evidente che la soluzione nucleare è il delirio, di una classe dirigente, non in grado di proiettare il paese verso una soluzione realmente valida e rispettosa dell' ambiente. E' la solita soluzione a breve termine, senza preoccuparsi di quello che le generazioni future saranno costrette a pagare in termini di danni. Ma a parte questo voglio chiedere una cosa:
"Siccome il nucleare è stato abolito con un referendum, se fossimo realmente in
un paese democratico, non bisognerebbe reintrodurlo con un' altra consultazione popolare?" Dopo, visto l' ignoranza che ci circonda forse vincerebbero lo stesso, ma almeno, avrebbe una parvenza un pò più democratica. Quello che mi fa riflettere è: in un paese dove non siamo nemmeno in grado di smaltire i rifiuti "normali", come possiamo pensare di essere in grado di smaltire scorie nucleari. E, quando iniziremo a parlare di energie rinnovabili pulite: sole, vento, acqua? E intanto, mentre mi faccio queste domande, sempre più persone muoiono di malattie causate dall' inquinamento. Che tristezza amici!
Commenti
Hai scritto più mo meno quello che dicevo io. Non conviene sia da un discorso ambientale e tanto meno da quello economico.
ps immagina lo smaltimento delle scorie radioattive gestite dalla camorra. Mi rabbrividisco!
A me rabbrividisce anche, vedere le ultime immagini di Napoli da regime totalitario.
Ma aldilà di questo, io penso: con tutti i cavolo di problemi grossi che ci sono in Italia... di che si preoccupano?? del nucleare?? Invece di pensare alle cose SERIE, ai guai che non ci fanno campare, ai guai che minacciano di far crollare la baracca... questi, insediati da due minuti, che fanno? Pensano alla prima pietra posta per le centrali nucleari "di ultima generazione"! Ma come si fa? E dite bene: le scorie, poi?? Mi vien da ridere pure a me al pensiero che questi non sono capaci di RISOLVERE la crisi campana... figuriamoci quando si tratterà di piazzare le scorie nucleari... immagino quanto TUTTI saranno contenti e desiderosi di accogliere le scorie...
Io non le voglio le centrali nucleari in Italia! Non si può manifestare? Fare una raccolta firme? Una sollevazione popolare? Scrivere una lettera di protesta? Fare telefonate a un call center? Qualsiasi cosa per mandare a monte questo piano folle??
Dio la scena di Scaiola (S C A I O L A ! ! !) che davanti alla platea di confindustria promette più nucleare per tutti e quelli lì a spellarsi le mani...
Questo paese é degnamente rappresentato dalla sua classe "dirigente": degli zombie!
Russo devo darti ragione. Io qui sento gente dire: " ma tanto le abbiamo dopo il confine cosa cambia?" Cosa vuoi rispondere, difronte a tanta ignoranza oltre che incazzarti? Gli industriali fanno solo il loro sporco interesse sapendo di avere, l'ignoranza della gente come complice.