Dedico questa canzone a tutti quelli che io ritengo essere padroni, vale a dire, tutti quelli che direttamente e inderettamente favoriscono il potrarsi di questo sistema. Per usare espressioni alla Veltroni la dedico a:
Tutti quei datori di lavoro che pur di abbassare il costo del lavoro precarizzano la vita di altri, ma anche a quei lavoratori che non aderiscono agli scioperi perchè tanto: "non conta niente".
A tutti quei datori di lavoro che risparmiano sulla sicurezza, ma anche agli stessi lavoratori che per compiacere il padrone manomettono la sicurezza perchè tanto:" non è mai successo niente".
A chi è miliardario e chiede agli altri di lavorare di più, ma anche a quei lavoratori che si ostinano a dire: "ringraziamoli perchè ci danno il lavoro".
A chi le cose le conosce ma le manomette in nome del proprio interesse, ma anche alla gente comune che non conosce ma pensa che tanto sia inutile perchè: "fanno sempre quello che vogliono."
A chi vuole dividere l' Italia perchè: " lavoriamo solo noi e gli altri sono parassiti", ma anche a chi non vuole dividerla perchè ha interessi da una parte e dall'altra.
A chi legifera sempre di più contro gli interessi del popolo, ma anche a quelli che affermano che sono tutti uguali e poi votano sempre dalla stessa parte.
A chi usa il sistema per favorire se stesso, ma anche a chi lo usa pensando di trarne vantaggio e invece ne subisce le conseguenze.
Spero di aver detto tutto. Quello che cerco di dimostrare è che, se le cose vanno sempre più verso il peggio, le responsabilità sono da attribuire, oltre che agli oppressori, anche agli oppressi. Tre/quattro morti sul lavoro al giorno, non possono essere certo colpa del solo datore di lavoro. Sono i lavoratori che per paura, indifferenza, poca personalità, accettano tutto. Quando sento dire: " L'ho fatto perchè sono precario e ho una famiglia da mantenere." Per carità... ma una volta morto la famiglia non la mantieni sicuro. Oppure quei dipendenti che manomettono le sicurezze per "fare alla svelta", compiacendo così il padrone, perchè tanto non è mai successo niente. Fino a quando chi lavora si riterrà un oggetto, un ingranaggio da usare per il corretto funzionamento, saremo sempre qui a dire le stesse cose. E poi, di chi è la colpa se la maggior parte dei dipendenti, tra chi prometteva aumenti salariali riferiti alle 8 ore, e chi tramite la detassazione degli straordinari, ha scelto la seconda ipotesi? Di chi è la colpa se in un paese con sei milioni di precari, il partito che ha ampliato la legge 30 è stato ricoperto di voti. Penso cari amici, che sarebbe veramente ora di guardarsi allo specchio e chiederci se anche noi abbiamo delle responsabilità. Smettiamola di fare i soliti italiani attribuendo ad altri anche le nostre colpe.
Commenti
Anche se difficile credo sia un dovere provarci...
ciao marco corro a scolare gli spaghetti,è tardi ma è a quest'ora che ultimamente riesco a mangiare un boccone,ciao gabrybabelle