Il grande sfracello
Gabriele Polo
Una Finanziaria feroce: autoritaria nel metodo, crudele nella sostanza. Questa è la manovra sbrigativamente approvata ieri dalla camera, in attesa del voto definitivo del senato. Una «pratica» da sbrigare in fretta, per poi andarsene allegramente in vacanza, in attesa di un autunno che sarà socialmente durissimo (per l'occupazione e per i redditi), ma che tutti fanno finta di rimuovere, preferendo perdersi nelle cortine fumogene di effimeri scontri, come quello sulla lesa maestà di un brutto inno nazionale. Mentre la vera lesione in corso è quella contro la democrazia di un parlamento posto nell'impossibilità di discutere alcunché e contro la costituzione materiale di una repubblica feudalizzata in potentati individuali. Primo fra tutti quello del principe di Arcore.Il ciambellano Tremonti ha messo in campo una serie di misure all'insegna del taglio di tutto ciò che si muove, dagli animali dei parchi agli studenti dell'università, passando per i salari dei dipendenti pubblici, i custodi dei musei, i malati. Brunetta e Sacconi ne accompagnano l'opera dilagando sulla precarietà del lavoro. Mentre l'opposizione insegue Mameli, le vicende giudiziarie e private del premier e s'accontenta di raccogliere firme in attesa di una manifestazione che verrà solo a ottobre. Forse. Tanto, assicura Veltroni, «il berlusconismo è finito, resta solo Berlusconi».«Solo». Come se tutti i problemi si concetrassero in una persona (o nei suoi interessi privati) e non in una trasformazione violenta e dall'alto che traduce in leggi, decreti e circolari le peggiori pulsioni maturate nel paese (e da Berlusconi raccolte) in più di un ventennio. Miasmi profondi che considerano un male tutto ciò che è pubblico, che - anzi - riducono il «pubblico» ad affare privato; «garante» il libero mercato, quello che prepara gli sfracelli d'autunno.Tra i quali c'è anche - nel suo «piccolo» - la sorte della libertà di stampa. Che in questi anni è stata violentata e ridotta in tanti modi, dagli oligopoli alle concentrazioni delle testate fino all'uso politico del mercato pubblicitario. E che ora viene attaccata sul terreno della finanza, con i massicci tagli ai contributi pubblici per l'editoria cooperativa e politica previsti dalla manovra votata ieri.Chi non ha un padrone non merita di esistere, questo il messaggio che arriva, in perfetta coerenza il pensiero dominante. Decidendo che la comunicazione non è un bene pubblico da garantire, ma un affare privato da cui trar profitto. Il risultato concreto è che quei tagli - che mettono il Sole 24 Ore sullo stesso piano del manifesto - potrebbero far chiudere questo giornale, che può vivere solo se concepito come un pezzo del tessuto democratico del paese. Ma la democrazia - con i suoi costi - contrasta l'omologazione del pensiero e concepisce la libertà come possibilità di pluralità. Per questo è perseguitata nel nostro tempo. Non è berlusconismo, questo?
Tratto dal manifesto
Aggiungo solo che senza il pubblico, almeno nei servizi essenziali, la classe più povera è destinata a soccombere sotto la legge del più forte. Questo è il progresso dell'uomo moderno: vivere donando la propria esistenza al capitale. In questo contesto, tutto deve essere mercificato, venduto, anche la nostra stessa vita.
Gabriele Polo
Una Finanziaria feroce: autoritaria nel metodo, crudele nella sostanza. Questa è la manovra sbrigativamente approvata ieri dalla camera, in attesa del voto definitivo del senato. Una «pratica» da sbrigare in fretta, per poi andarsene allegramente in vacanza, in attesa di un autunno che sarà socialmente durissimo (per l'occupazione e per i redditi), ma che tutti fanno finta di rimuovere, preferendo perdersi nelle cortine fumogene di effimeri scontri, come quello sulla lesa maestà di un brutto inno nazionale. Mentre la vera lesione in corso è quella contro la democrazia di un parlamento posto nell'impossibilità di discutere alcunché e contro la costituzione materiale di una repubblica feudalizzata in potentati individuali. Primo fra tutti quello del principe di Arcore.Il ciambellano Tremonti ha messo in campo una serie di misure all'insegna del taglio di tutto ciò che si muove, dagli animali dei parchi agli studenti dell'università, passando per i salari dei dipendenti pubblici, i custodi dei musei, i malati. Brunetta e Sacconi ne accompagnano l'opera dilagando sulla precarietà del lavoro. Mentre l'opposizione insegue Mameli, le vicende giudiziarie e private del premier e s'accontenta di raccogliere firme in attesa di una manifestazione che verrà solo a ottobre. Forse. Tanto, assicura Veltroni, «il berlusconismo è finito, resta solo Berlusconi».«Solo». Come se tutti i problemi si concetrassero in una persona (o nei suoi interessi privati) e non in una trasformazione violenta e dall'alto che traduce in leggi, decreti e circolari le peggiori pulsioni maturate nel paese (e da Berlusconi raccolte) in più di un ventennio. Miasmi profondi che considerano un male tutto ciò che è pubblico, che - anzi - riducono il «pubblico» ad affare privato; «garante» il libero mercato, quello che prepara gli sfracelli d'autunno.Tra i quali c'è anche - nel suo «piccolo» - la sorte della libertà di stampa. Che in questi anni è stata violentata e ridotta in tanti modi, dagli oligopoli alle concentrazioni delle testate fino all'uso politico del mercato pubblicitario. E che ora viene attaccata sul terreno della finanza, con i massicci tagli ai contributi pubblici per l'editoria cooperativa e politica previsti dalla manovra votata ieri.Chi non ha un padrone non merita di esistere, questo il messaggio che arriva, in perfetta coerenza il pensiero dominante. Decidendo che la comunicazione non è un bene pubblico da garantire, ma un affare privato da cui trar profitto. Il risultato concreto è che quei tagli - che mettono il Sole 24 Ore sullo stesso piano del manifesto - potrebbero far chiudere questo giornale, che può vivere solo se concepito come un pezzo del tessuto democratico del paese. Ma la democrazia - con i suoi costi - contrasta l'omologazione del pensiero e concepisce la libertà come possibilità di pluralità. Per questo è perseguitata nel nostro tempo. Non è berlusconismo, questo?
Tratto dal manifesto
Aggiungo solo che senza il pubblico, almeno nei servizi essenziali, la classe più povera è destinata a soccombere sotto la legge del più forte. Questo è il progresso dell'uomo moderno: vivere donando la propria esistenza al capitale. In questo contesto, tutto deve essere mercificato, venduto, anche la nostra stessa vita.
Commenti
Era logico che una qualche azione verso le uniche voci dissonanti dal coro il nanomalefico l'avrebbe tentata. E non mi stupisco più di tanto. E, badate bene, non colpisce solo i giornali citati da Sansonetti, ma, se non è cambiato il testo, essendo la norma retroattiva colpisce anche l'Unità, e di conseguenza il nuovo padrone, che agli occhi di Berlusconi deve apparire come un doppio traditore. Essendo Soru padrone di Tiscali e presidente della regione Sardegna, quindi un imprenditore e politico, lo tradisce perchè di centrosinistra e nuovo padrone del giornale che il berlusca vede come il fumo negli occhi. Con una leggina semplice semplice, che fa effetto sugli stolti (si risparmiano tot miliardi) compreso Grillochepalle colpisce a sinistra causando "morti e feriti" senza sparare un colpo di fucile.
E noi, giustamente, siamo qui a preoccuparci del dito di Bossi senza vedere la luna.
Gap
In culo al capitalismo!
bè lui diceva in culo ad altre cose ma se fosse vivo ora lo direbbe!
Ma dov'è l'oppostizione? Possibile che non si sentano voci di dissenso?
E sembrano essere proprio quasi tutti d'accordo...
E' un incubo!
Anche chi non dovesse condividere lo stile editoriale del Manifesto (che io mi ritrovo invece a condividere ogni santo giorno al 100%) dovrebbe comunque essere lieto della presenza di queste tipologie di editorie: un giornale libero, senza padroni, senza chi ti detta l'articolo, dove i singoli giornalisti sono di fatto i proprietari del giornale!
Invece di favorire sempre più giornali di questo tipo, gli si tagliano le gambe! Significa che comincerò a comperare il Manifesto con una maggiore frequenza. Nel mio piccolo...
Siamo ridotti a questo??? "ho un padrone, quindi esisto?". E' una degenerazione inaccettabile!
Come è possibile essere schiavi di questo sistema?
Il capitalismo... che si fotta pure il capitalismo!
***
Perdona la licenza poetica...
;-))
Fiotrdaliso: l'opposizione non esiste. Sono una contrapposizione all'interno dello stesso recinto.
Alessanro: il manifesto è uno dei pochissimi giornali che ammiro anch'io.
Daniele: si...è proprio un incubo.
Silvia e Gattina: si... In culo e che si fotta il capitalismo. Stiamo ritornando al tempo degli schiavi.