« Una cannonata lì sul ponte rapiva al momento questa cima in geologia di Leopoldo Pilla, che spirò dicendo "non ho fatto abbastanza per l'Italia. »
Leopoldo Pilla (Venafro, 20 ottobre 1805 – Curtatone, 29 maggio 1848) è stato un geologo e uomo politico italiano. È ricordato anche per il suo patriottismo in epoca risorgimentale.
I fermenti politici che cominciarono ad attraversare l'Italia fin dalla metà del 1847 indussero Pilla il 22 marzo del 1848 a imbracciare un fucile e a partire, con il grado di capitano, comandante della prima compagnia, alla testa dei volontari del battaglione universitario alla volta della Lombardia per schierarsi al fianco di Carlo Alberto e partecipare alla prima guerra d'indipendenza.
La Battaglia di Curtatone e Montanara fu combattuta il 29 maggio 1848 nei luoghi situati tra i due paesi, nei pressi di Mantova e rappresenta una fra le più simboliche battaglie della Prima guerra d'indipendenza.
Fonte Wikipedia
Come penso sappiate tutti voi, Mantova era una delle città del cosiddetto quadrilatero e roccaforte austriaca: Mantova, Peschiera del Garda, Legnago e Verona.
Nel Maggio del 1848 arrivarono giovani volontari: i tosco- napoletani riporto qui un documento:
I giovani volontari, molti dei quali appartenevano alla borghesia ed anche alla nobiltà toscana, non avevano alcun addestramento militare. Essi erano armati alla meno peggio ed anche i loro ufficiali che erano i loro stessi professori promossi al grado per l'occasione, non avevano alle spalle alcuna esperienza bellica. Questi ragazzi erano tuttavia animati da un grande entusiasmo che al momento del bisogno li rese valorosi combattenti. Nella quindicina di giorni che bivaccarono a "Le Grazie", oltre a qualche esercitazione militare , trascorsero il loro tempo in mezzo alla popolazione del luogo fraternizzando con essa.
Già dalla fine di aprile nella zona si erano avuti scontri a fuoco più o meno gravi con reparti nemici che sempre furono ricacciati sulle basi di partenza. La mattina del 29 maggio, però, le truppe austriache, oltre 20.000 uomini ben addestrati, con numerose artiglierie, batterie di lanciarazzi ed ottimamente armati individualmente, uscirono da Mantova per attaccare e sbaragliare i circa 7.000 tosco-napoletani e compiere quella manovra di attacco alle spalle temuta dai piemontesi ed alla quale si è accennato.
Gli attaccanti investirono le linee difensive avversarie e trovarono una resistenza ben superiore ad ogni previsione. La battaglia fu violentissima dalle rive del lago superiore in località Quattro Venti, sul corso dell'Osone, sin oltre Montanara protraendosi per l'intera giornata sino a tarda sera.
E proprio da Le Grazie ove, per disposizione del nuovo comandante dell'esercito Toscano, generale Ettore de Laugier, il battaglione Universitario doveva rimanere in attesa di suoi diretti ordini; i volontari, sentendo il fragore della battaglia, (il fronte era a due chilometri circa), si mossero spontaneamente e raggiunsero le linee di combattimento affiancandosi già impegnati battendosi valorosamente.
Nei violenti combattimenti uno dei primi caduti fu il capitano Leopoldo Pilla da Venafro, professore di geologia dell'università di Pisa, noto come scienziato a livello internazionale, che aveva guidato alla guerra i suoi allievi.
Intanto Le Grazie si riempivano di feriti. Sul piazzale vennero installati altri posti di medicazione. I feriti erano ovunque, pare anche nel Santuario e nelle case private. E la popolazione contribuì fraternamente a soccorrerli.
La battaglia del 29 maggio fu una sconfitta per i tosco-napoletani che furono costretti a ripiegare con gravi perdite. Il loro sacrificio non fu però vano perchè la loro imprevista ed eroica resistenza bloccò l'esercito austriaco che alla fine della giornata avendo subito perdite ancor maggiori, non passò all'inseguimento. Questo consentì, il giorno succesivo, ai sardo-piemontesi di affrontare il grosso dell'armata imperiale a Goito, vincendo una battaglia più importante il cui successo non venne tuttavia sfruttato.
Fonte: www.itis.mn.it/grazie/italiano/s7.html
Raccontare questa storia di eroi volontari partiti dalla Toscana e dalla Campania per venire qui nel mantovano a combattere devo ammettere che mi commuove profondamente. Sarà perchè il luogo della battaglia è a 10Km dalla mia abitazione, sarà quello che volete, ma questi eroi meritano di essere ricordati per gli ideali che rappresentavano. Ricordare quello che disse Leopoldo Pilla il quale, nonostante stesse morendo, era convinto di non aver fatto abbastanza per l' Italia, è un dovere morale.
Pensare che ragazzi volontari partirono e venirono qui e combattere per inseguire un sogno che trovava il suo inveramento nell'unità d'Italia, è un esempio meraviglioso di amore per il prossimo e per la propria terra. E' un qualcosa assolutamente da ribadire a questa società, che dimentica troppo spesso il sacrificio di uomini eccezionali dei quali la maggior parte di noi non è nemmeno degna di pronunciarne il nome. Io però voglio ricordare, a chi si permette di ucciderli 2 volte alzando il dito medio durante l'inno, questi eroi.
Il post è rosso non solo perchè fatto da un comunista, ma perchè questo rosso oltre a rappresentare il sangue sul quale è nata la nostra Patria, esprime la mia rabbia, il mio biasimo alla pochezza degli uomini che la abitano.
Grazie a te Leopoldo Pilla.
Leopoldo Pilla (Venafro, 20 ottobre 1805 – Curtatone, 29 maggio 1848) è stato un geologo e uomo politico italiano. È ricordato anche per il suo patriottismo in epoca risorgimentale.
I fermenti politici che cominciarono ad attraversare l'Italia fin dalla metà del 1847 indussero Pilla il 22 marzo del 1848 a imbracciare un fucile e a partire, con il grado di capitano, comandante della prima compagnia, alla testa dei volontari del battaglione universitario alla volta della Lombardia per schierarsi al fianco di Carlo Alberto e partecipare alla prima guerra d'indipendenza.
La Battaglia di Curtatone e Montanara fu combattuta il 29 maggio 1848 nei luoghi situati tra i due paesi, nei pressi di Mantova e rappresenta una fra le più simboliche battaglie della Prima guerra d'indipendenza.
Fonte Wikipedia
Come penso sappiate tutti voi, Mantova era una delle città del cosiddetto quadrilatero e roccaforte austriaca: Mantova, Peschiera del Garda, Legnago e Verona.
Nel Maggio del 1848 arrivarono giovani volontari: i tosco- napoletani riporto qui un documento:
I giovani volontari, molti dei quali appartenevano alla borghesia ed anche alla nobiltà toscana, non avevano alcun addestramento militare. Essi erano armati alla meno peggio ed anche i loro ufficiali che erano i loro stessi professori promossi al grado per l'occasione, non avevano alle spalle alcuna esperienza bellica. Questi ragazzi erano tuttavia animati da un grande entusiasmo che al momento del bisogno li rese valorosi combattenti. Nella quindicina di giorni che bivaccarono a "Le Grazie", oltre a qualche esercitazione militare , trascorsero il loro tempo in mezzo alla popolazione del luogo fraternizzando con essa.
Già dalla fine di aprile nella zona si erano avuti scontri a fuoco più o meno gravi con reparti nemici che sempre furono ricacciati sulle basi di partenza. La mattina del 29 maggio, però, le truppe austriache, oltre 20.000 uomini ben addestrati, con numerose artiglierie, batterie di lanciarazzi ed ottimamente armati individualmente, uscirono da Mantova per attaccare e sbaragliare i circa 7.000 tosco-napoletani e compiere quella manovra di attacco alle spalle temuta dai piemontesi ed alla quale si è accennato.
Gli attaccanti investirono le linee difensive avversarie e trovarono una resistenza ben superiore ad ogni previsione. La battaglia fu violentissima dalle rive del lago superiore in località Quattro Venti, sul corso dell'Osone, sin oltre Montanara protraendosi per l'intera giornata sino a tarda sera.
E proprio da Le Grazie ove, per disposizione del nuovo comandante dell'esercito Toscano, generale Ettore de Laugier, il battaglione Universitario doveva rimanere in attesa di suoi diretti ordini; i volontari, sentendo il fragore della battaglia, (il fronte era a due chilometri circa), si mossero spontaneamente e raggiunsero le linee di combattimento affiancandosi già impegnati battendosi valorosamente.
Nei violenti combattimenti uno dei primi caduti fu il capitano Leopoldo Pilla da Venafro, professore di geologia dell'università di Pisa, noto come scienziato a livello internazionale, che aveva guidato alla guerra i suoi allievi.
Intanto Le Grazie si riempivano di feriti. Sul piazzale vennero installati altri posti di medicazione. I feriti erano ovunque, pare anche nel Santuario e nelle case private. E la popolazione contribuì fraternamente a soccorrerli.
La battaglia del 29 maggio fu una sconfitta per i tosco-napoletani che furono costretti a ripiegare con gravi perdite. Il loro sacrificio non fu però vano perchè la loro imprevista ed eroica resistenza bloccò l'esercito austriaco che alla fine della giornata avendo subito perdite ancor maggiori, non passò all'inseguimento. Questo consentì, il giorno succesivo, ai sardo-piemontesi di affrontare il grosso dell'armata imperiale a Goito, vincendo una battaglia più importante il cui successo non venne tuttavia sfruttato.
Fonte: www.itis.mn.it/grazie/italiano/s7.html
Raccontare questa storia di eroi volontari partiti dalla Toscana e dalla Campania per venire qui nel mantovano a combattere devo ammettere che mi commuove profondamente. Sarà perchè il luogo della battaglia è a 10Km dalla mia abitazione, sarà quello che volete, ma questi eroi meritano di essere ricordati per gli ideali che rappresentavano. Ricordare quello che disse Leopoldo Pilla il quale, nonostante stesse morendo, era convinto di non aver fatto abbastanza per l' Italia, è un dovere morale.
Pensare che ragazzi volontari partirono e venirono qui e combattere per inseguire un sogno che trovava il suo inveramento nell'unità d'Italia, è un esempio meraviglioso di amore per il prossimo e per la propria terra. E' un qualcosa assolutamente da ribadire a questa società, che dimentica troppo spesso il sacrificio di uomini eccezionali dei quali la maggior parte di noi non è nemmeno degna di pronunciarne il nome. Io però voglio ricordare, a chi si permette di ucciderli 2 volte alzando il dito medio durante l'inno, questi eroi.
Il post è rosso non solo perchè fatto da un comunista, ma perchè questo rosso oltre a rappresentare il sangue sul quale è nata la nostra Patria, esprime la mia rabbia, il mio biasimo alla pochezza degli uomini che la abitano.
Grazie a te Leopoldo Pilla.
Commenti
Grazie per la visita.
Non avevo mai notato la tua "provenienza", ci voleva questo post.
Quando ero una bimba, mio padre mi ha portato spesso in un luogo dedicato ai martiri di Curtatone e Montanara - non chiedermi dov'è, sicuramente lo sai meglio di me...
E mentre ce ne stavamo là mi raccontava di quei giovani, di quella lotta per l'indipendenza... qualcosa m'è rimasto dentro. La voglia di libertà ed il rispetto per persone che credono talmente tanto in quello che pensano da essere disposti a pagare di persona.
Ecco. Non so quanti anni tu abbia e non è questo il punto - prima o poi potrebbe toccarti comunque: penso che è anche questo che dovremmo fare con i nostri giovani, i nostri figli: ricordare ed essere di esempio.
Grazie per avermi riportato alla mente dei momenti così intensi, miei, ma che spartisco volentieri con tutti.
Grazie ancora!
SE NON SI RISPETTANO I VIVI FIGURIAMOCI I MORTI!!!!!!!!!!!!!!
Grazie Marco perchè anche questa volta ci hai dato una grande lezione!!!!
un abbraccio e un besito!!!!!!!!
hasta siempre!!!!!
Allora se sei venuta qui abiti non lontano da me. O no?
Enzo: Benvenuto nel blog: A dirti il vero non lo so più nemmeno io se sono vero. Ti posso solo dire che qui tutti sembrano essere impazziti. Certo... il rispetto e il confronto devono essere all'ordine del giorno.Grazie per le belle parole.
Passa quando vuoi.
Lucia: questa storia di enorme coraggio commuove profondamente anche me. Cerchiamo almeno di esserne degni. Grazie per le belle parole.
Emanuela: iul mio intento è quello. Ricordare chi ha donato la vita per noi.
Incarcerato: come ho scritto nel post, è un dovere morale ricordare. Grazie a te.
Gattina: si può essere più o meno patriottici, ma la storia di uomini come questi va ricordata. Soprattutto in un momento, dove si professano patrioti che l'Italia l'hanno distrutta: i FASCISTI.
Nadia: Grazie a te per aver capito l'intento di questo post.Rispettare il nostro passato, ciò che rappresenta con questi gesti eroici, è fondamentale per un futuro migliore.
Comunque Bossi è solo un cojone e non vorrei che le sue esternazioni siano solo un modo per distrarci dalle merdate che stanno facendo con la finanziaria...
Che un ministro della Repubblica osi criticare, offedere, insultare l'Inno e la bandiera tricolore è talmente disgustoso e anti-patriottico da non consentire l'individuazione di un aggettivo dispregiativo che sia consono, se non coniandone uno nuovo per l'occasione. Ma se lo conniassi in onore del verde leghista diventerei molto, molto, molto crudele!
Dico solo questo: dov'è un altro Paese in cui un alto esponente del suo governo (come può esserlo un ministro) si permette di INSULTARE la memoria dei caduti per la sua libertà e di farla franca??? Dov'è questo Paese?? Forse non c'è... e allora l'Italia che permette tutto questo è indegna e dovrebbe riflettere a lungo. Sono atterrita dalla stupidità di questa gente che non merita nemmeno di calpestare (poiché non cammina, ma calpesta) il suolo patrio. Ammesso che ritengano questa la LORO PATRIA....
D'altronde Garibaldi quando unì l'Italia di fatto conquistò le regioni che ne facevano parte non sempre trovando anche tra la popolazione un atteggiamento positivo.
Ed anche nell'episodio bellissimo ed eroico che tu descrivi poi sono i Savoia ad arrivare...
Credo che il fatto che la liberazione e l'unione siano nate dall'alto abbia purtropppo influito in questo rigurgito da tempo delle Signorie...
Forse è anche questo il problema. L'unità d'Italia è stata realizzata più per annessioni e decreti che per volontà popolare come altrove. Questo credo abbia segnato molto la nostra Storia. D'altronde la famosa frase di Cavour "L'Italia è fatta ora facciamo gli Italiani" un senso lo aveva eccome.
Questo non toglie che il rispetto per certi simboli (rispetto non deferenza si badi bene) debba esserci soprattutto da parte di chi li rappresenta.
Complimenti per il post! Una degna e sonora risposta alle continuem "stronzate" (mi si passi il francesismo) del leader leghista!
Se solo qualcuno si degnasse di spiegare a quella capra ignorante del "senatur" cosa sono state la Repubblica Romana, le guerre d'indipendenza, il '48...
Penso che non me ne andrò così velocemente!
Grazie.
Silvia: ti prego conialo anche se cattivo. Dillo....
Bè in che paese viviamo? in un bel paese di merda. Scusa ma quando ci vuole ci vuole.
Daniele: Certo pensare che le roccaforti leghiste: Bergamo e Brescia sono città garibaldine un po' mi fa riflettere. Addirittura Bergamo è detta la città dei mille.
Secondpo me è fondamentale la mancanza di cultura.
Alessandro: anche a me piace molto la storia risorgimentale. Grazie per il complimento.
Babi: Tranquilla...nessuno ti manda via. Grazie della visita.
No purtroppo, non abito da quelle parti. C'è nato mio padre (a Marcaria), ci ha vissuto con la famiglia e alcuni sono rimasti ancora lì. Noi ci siamo trasferiti (prima ancora che io nascessi), ma ci siamo tornati per anni, in visita... e a volte ci capito ancora. Magari se ti svelassi il mio cognome scopriresti che conosci qualche mio cugino... :)
la prima volta che mi capita di passare te lo dico, magari ci si incontra.
Fine della parentesi personale.
Quanto all'unità d'Italia ed al Risorgimento, è vero che è stato un desiderio partito più dall'altro che dalla gente comune: lo dimostra anche il fatto che contro l'Austria ci sono andati studenti e professori. Però il legaiolo ricorda solo i Comuni in lotta contro Federico Barbarossa... che alla fine è anche un discorso stupido (nel senso che non porta acqua al suo mulino, a rifletterci un po'): infatti, anche la lotta per l'indipendenza dei comuni lombardi dimostra solo che è l'unione a fare la forza...
Di tutto questo periodo, la cosa che mi è piaciuta meno (ma almeno ai miei tempi la si studiava a scuola... non so se qualcuno ha dato un'occhiata ai libri di testo delle medie: secondo me sono di una superficialità indegna) è stato l'incontro di Teano.
Altro che "obbedisco"! Ma in effetti i tempi non erano maturi...
ciao marco gabrybabelle
Ho letto con emozione intensa e ripeto il risorgimento ha voluto un'Italia unita e unita deve rimanere ! TUTTA, da cima a fondo, Dai polentoni come me ai magnifici terroni.
Tutti, appassionatamente, italiani.
Giovanni Pilla
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Spero faccia vergognare coloro che, col dito medio alzato, esprimono la loro squallida reazione.
Per ciò che hai scritto, per come l'hai scritto ti abbraccio, quasi con amore.
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