Tempo fa, nel blog del RUSSO, lessi questa lettera di Giorgio Bocca che ripropongo molto volentieri ritenendola una descrizione molto fedele alla realtà.
"Il risultato delle recenti elezioni, il successo dei ricchi e potenti che si autodefiniscono liberali, fa sì che da noi ci si chiede se stiamo ritornando al fascismo. E non valgono a tranquillizzarci le precisazioni degli storici sulla unicità irripetibile del medesimo.Perché gli italiani temono un ritorno di qualcosa di molto simile al fascismo? Perché si conoscono, perché dai rapporti di ogni giorno con il loro prossimo sanno di essere una somma di piccoli autoritari in potenza. Qual è il modo di pensare e di essere che presto assume ognuno di noi che arrivi al comando di un'azienda, metal- meccanica o editrice, profit o non profit, cooperativa o padronale? In 90 casi su cento arriva la megalomania, l'alzabandiera quando è in azienda, il nome scritto in caratteri cubitali sulla facciata, le cento fotografie sull'house organ, meglio se con pretese culturali e collaborazioni ben pagate agli intellettuali cortigiani.Fin qui vizietti quasi accettabili. Meno accettabile, ma inevitabile, il controllo di ciò che dicono e pensano i dipendenti. Nella mia lunga carriera ho capito, tardi e inutilmente, che qualsiasi critica tu faccia al padrone, anche se confidata all'amico sicuro, all'orecchio del padrone ci arriva. Con la tecnologia moderna dei controlli microfonici o telematici, solo un ingenuo può pensare di sfuggire al controllo, ma siccome la maldicenza e la critica sono diffuse, il risultato è che la megalomania padronale si può mutare in mania di persecuzione. Non c'è padrone che, in nome della necessità e dell'efficienza, non arrivi prima o poi a una richiesta di obbedienza del sottoposto. Non assoluta, non immediata, ma se il sottoposto dice no a una richiesta del padrone un numero intollerabile di volte, il padrone non si dimenticherà il suo nome, tra i non collaborativi o tra i riottosi.Le riunioni aziendali, presto assurte a cerimonia religiosa, a Pentecoste, si modellano presto sul padrone - maestro che insegna e ordina ai dipendenti - allievi che ascoltano e annuiscono. Il padrone-maestro a volte presenta i suoi ordini come paterni consigli, ma anche qui, se il dipendente li rifiuta per una, due, al massimo tre volte, finisce, se non tra i reprobi, tra i rompiscatole, che per il padrone è la stessa cosa.In gioventù, quando ero forte e presuntuoso, elaborai una teoria rarissimamente vincente e spessissimo per me micidiale. Dissi e scrissi che per fare carriera, per salire nella scala del potere era necessario contraddire il padrone, per affermare la propria decisa volontà a diventarlo. Ma è un gioco alla roulette russa. E infatti, lo avrete notato, quelli arrivati in alto sono tra i più prudenti e ossequienti.Evitare le critiche al padrone è possibile, anche se impone un forte autocontrollo. Ma come evitare le lodi al padrone dei cortigiani, per cui servire e genuflettersi è un piacere?Con questi la partita è comunque persa, perché il padrone li disprezza ma non può farne a meno, a volte li strapazza ma mai se ne libera. A ben guardare, il fascismo è questa normalità, quando le si aggiunge la galera o l'esilio."
Leggendo questa lettera, non posso fare altro che domandarmi se è anche per colpa mia che accade tutto ciò. Qui inizio a credere, che basti alzarsi la mattina e iniziare a respirare per favorire questo assurdo sistema. Perchè forse è già sbagliato vendere la propria forza lavoro a un sistema che si fonda su ingiustizie, è già sbagliato vendere la propria forza lavoro a un sistema che trova il suo vigore nella distruzione dell'uomo, della sua individualità e dell'ambiente. Poi, l' ingiustizia e la prevaricazione, con la scusa della meritocrazia, sono all'ordine del giorno assieme al disinteresse dei sentimenti altrui nel mondo del lavoro d'oggi. Per meritocrazia ho sempre inteso la capacità delle persone di saper aiutare gli altri. Come diceva Albert Einstein : " Un uomo vale nella misura in cui sa donare agli altri." Detto questo posso dire, con abbastanza certezza, che la maggior parte delle persone al giorno d'oggi non vale niente. Ecco perchè il fascismo in Italia è ancora un pericolo, perchè l'italiano medio non sa guardare oltre il suo naso e tutto ciò che può impedirgli una vita tranquilla, anche se tutto intorno sta andando a rotoli, viene considerato nemico da annientare, un rompiscatole. Questa indifferenza, questo disinteresse al bene comune portano al fascismo.
Pubblico questo video di Giogio Gaber che non finirò mai di ringraziare.
"Il nemico della democrazia non è la dittatura, ma l'indifferenza alla politica e al prossimo."
"Il risultato delle recenti elezioni, il successo dei ricchi e potenti che si autodefiniscono liberali, fa sì che da noi ci si chiede se stiamo ritornando al fascismo. E non valgono a tranquillizzarci le precisazioni degli storici sulla unicità irripetibile del medesimo.Perché gli italiani temono un ritorno di qualcosa di molto simile al fascismo? Perché si conoscono, perché dai rapporti di ogni giorno con il loro prossimo sanno di essere una somma di piccoli autoritari in potenza. Qual è il modo di pensare e di essere che presto assume ognuno di noi che arrivi al comando di un'azienda, metal- meccanica o editrice, profit o non profit, cooperativa o padronale? In 90 casi su cento arriva la megalomania, l'alzabandiera quando è in azienda, il nome scritto in caratteri cubitali sulla facciata, le cento fotografie sull'house organ, meglio se con pretese culturali e collaborazioni ben pagate agli intellettuali cortigiani.Fin qui vizietti quasi accettabili. Meno accettabile, ma inevitabile, il controllo di ciò che dicono e pensano i dipendenti. Nella mia lunga carriera ho capito, tardi e inutilmente, che qualsiasi critica tu faccia al padrone, anche se confidata all'amico sicuro, all'orecchio del padrone ci arriva. Con la tecnologia moderna dei controlli microfonici o telematici, solo un ingenuo può pensare di sfuggire al controllo, ma siccome la maldicenza e la critica sono diffuse, il risultato è che la megalomania padronale si può mutare in mania di persecuzione. Non c'è padrone che, in nome della necessità e dell'efficienza, non arrivi prima o poi a una richiesta di obbedienza del sottoposto. Non assoluta, non immediata, ma se il sottoposto dice no a una richiesta del padrone un numero intollerabile di volte, il padrone non si dimenticherà il suo nome, tra i non collaborativi o tra i riottosi.Le riunioni aziendali, presto assurte a cerimonia religiosa, a Pentecoste, si modellano presto sul padrone - maestro che insegna e ordina ai dipendenti - allievi che ascoltano e annuiscono. Il padrone-maestro a volte presenta i suoi ordini come paterni consigli, ma anche qui, se il dipendente li rifiuta per una, due, al massimo tre volte, finisce, se non tra i reprobi, tra i rompiscatole, che per il padrone è la stessa cosa.In gioventù, quando ero forte e presuntuoso, elaborai una teoria rarissimamente vincente e spessissimo per me micidiale. Dissi e scrissi che per fare carriera, per salire nella scala del potere era necessario contraddire il padrone, per affermare la propria decisa volontà a diventarlo. Ma è un gioco alla roulette russa. E infatti, lo avrete notato, quelli arrivati in alto sono tra i più prudenti e ossequienti.Evitare le critiche al padrone è possibile, anche se impone un forte autocontrollo. Ma come evitare le lodi al padrone dei cortigiani, per cui servire e genuflettersi è un piacere?Con questi la partita è comunque persa, perché il padrone li disprezza ma non può farne a meno, a volte li strapazza ma mai se ne libera. A ben guardare, il fascismo è questa normalità, quando le si aggiunge la galera o l'esilio."
Leggendo questa lettera, non posso fare altro che domandarmi se è anche per colpa mia che accade tutto ciò. Qui inizio a credere, che basti alzarsi la mattina e iniziare a respirare per favorire questo assurdo sistema. Perchè forse è già sbagliato vendere la propria forza lavoro a un sistema che si fonda su ingiustizie, è già sbagliato vendere la propria forza lavoro a un sistema che trova il suo vigore nella distruzione dell'uomo, della sua individualità e dell'ambiente. Poi, l' ingiustizia e la prevaricazione, con la scusa della meritocrazia, sono all'ordine del giorno assieme al disinteresse dei sentimenti altrui nel mondo del lavoro d'oggi. Per meritocrazia ho sempre inteso la capacità delle persone di saper aiutare gli altri. Come diceva Albert Einstein : " Un uomo vale nella misura in cui sa donare agli altri." Detto questo posso dire, con abbastanza certezza, che la maggior parte delle persone al giorno d'oggi non vale niente. Ecco perchè il fascismo in Italia è ancora un pericolo, perchè l'italiano medio non sa guardare oltre il suo naso e tutto ciò che può impedirgli una vita tranquilla, anche se tutto intorno sta andando a rotoli, viene considerato nemico da annientare, un rompiscatole. Questa indifferenza, questo disinteresse al bene comune portano al fascismo.
Pubblico questo video di Giogio Gaber che non finirò mai di ringraziare.
"Il nemico della democrazia non è la dittatura, ma l'indifferenza alla politica e al prossimo."
Commenti
si è troppo presi dal proprio interesse figuriamoci a contraddire il padrone, che da che mondo e mondo a sempre ragione avendo il coltello dalla parte del manico....lui può decidere se tenerti o sbatterti fuori (esperienza personale).
Il padrone vuole essere lodato, mai contraddetto, in fondo pensa al suo interesse non a quello del lavoratore!!!!!!!!
Quando si è vicino al miele si leccano le dita e purtroppo noi Italiani siamo così, a volte dimentichiamo chi siamo e da dove siamo venuti, siamo sempre pronti a lodare qualcuno perchè in fondo lo sai meglio di me siamo un popolo di pecoroni!!!!!!!!!!!!!!!
infatti guarda da chi siamo governati!!!
Bossi non si è affatto vergognato di alzare il dito medio sentento l'inno!!!!!!!!
Berlusconi ormai è senza vergogna nelle sue esternazioni!!!!!!!
potrei farti un elenco ma in fondo lo sai già!!!!!!
Noi invece siamo quelli dietro il pagliaio, direbbe mia nonna, quelli che nessuno se li fila ma che pagano per tutti!!!!!!!
hasta siempre!!!!!!!!!!!!!!!!
Nadia: Io il padrone lo combatterò sempre, sempre. Nessuno dovrebbe fare i miliardi apprpiandosi della vita altrui.
Il Russo: questo è purtroppo l'enorme problema.
Ip Ip Ip ..URRA'