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BASTA DARE FIDUCIA AI SOLITI

DI MASSIMO FINI
Il gazzettino

Tutti i rappresentanti delle Istituzioni, i premier, i ministri, i direttori delle Banche centrali, i politici, gli economisti, gli imprenditori, i commentatori specializzati (vale a dire l'intera "fairy band" delle leadership occidentali) ci martellano da giorni invitandoci ad "avere fiducia". Ma perché dovremmo avere fiducia? Quando mai qualcuno di costoro ci ha avvertito, o perlomeno fatto capire, che era in circolazione una bolla speculativa di queste proporzioni? O non si erano accorti di nulla e allora, visto il mestiere che fanno, sono degli inetti. O sapevano e allora sono dei truffatori. È come se un rapinatore, penetrato in casa nostra per prenderci i quattrini, mentre esce col grisbi ci dicesse: "Mi raccomando, continui a tenere i soldi in casa. Le garantisco che non tornerò più. Abbia fiducia".No, non possiamo avere fiducia. Perché questi non hanno capito - o fan finta di non avere capito - la lezione o sono pronti a ricominciare da capo. Non hanno capito - o fan finta - che non è più il caso di inseguire la crescita all'infinito, che esistono in matematica ma non in natura, che dobbiamo ridurre produzione e consumi, che non dobbiamo "modernizzare" ma fare il contrario, che insomma dobbiamo incamminarci sulla via di un ritorno "graduale, limitato e ragionato" a forme di autoproduzione e di autoconsumo che passano, necessariamente, per un recupero della terra e un ridimensionamento drastico dell'apparato industriale oltre che di quello finanziario che, con la sua virtualità, ne è insieme la precondizione e la conseguenza.Cosa hanno fatto invece le leadership occidentali di fronte a una crisi colossale quanto ammonitrice? Una crisi che è infinitamente più grave della devastante inflazione che colpì la Repubblica di Weimar negli anni Venti o del crack di Wall Street del 1929, che rimasero sostanzialmente circoscritte ai Paesi coinvolti. Più grave perché oggi il modello di sviluppo occidentale, con l'eccezione di quei Paesi o popolazioni o culture che hanno avuto la forze e l'intelligenza, di tenersene a una certa distanza (a Teheran, poniamo, non c'è stato nessun contraccolpo economico) è planetario, integrato, "globale" proprio grazie alla spinta di quelle stesse leadership, di destra e di sinistra, convinte che la globalizzazione sia un fatto ineluttabile oltre che una grandiosa opportunità ("La globalizzazione è un fatto, non una scelta politica" dichiarò Bill Clinton a un Wto del maggio del 1998 e Fidel Castro di rincalzo: "Gridare abbasso la globalizzazione equivale a gridare abbasso la legge di gravità"; in quanto al prestigioso Mario Vargas Llosa ha scritto: "La generale internazionalizzazione della vita è forse quanto di meglio è accaduto all'umanità fino a oggi"). Hanno cercato di tamponare temporaneamente la falla immettendo nel sistema nuova liquidità, cioè altro denaro inesistente, che non corrisponde a nulla se non a se stesso, così allargandola ulteriormente. È come se una persona che ha un debito per coprirlo ne pagasse un'altro più grosso e poi, per coprire questo, un altro ancora più grande e così via fino a che il giochetto non regge più. Per un individuo singolo il crack arriva abbastanza presto, un sistema planetario può tirare le cose molto più per le lunghe ma prima o poi il collasso arriva, inesorabilmente. Quindi il colpo definitivo se non sarà già oggi, sarà in un vicino domani. Due secoli e mezzo, da quando ebbero inizio la Rivoluzione industriale e questo modello di sviluppo, corsi a folle corsa, riavvolgendosi all'indietro, come una pellicola giunta alla fine, si scaglieranno contro di noi riportandoci al punto di partenza. E non saranno ominucoli come Obama, Mc Cain o Berlusconi o altri, ma nemmeno un Superuomo, a poter arrestare questa valanga che come una molla tenuta a lungo pressata avrà, nel rimbalzo, la stessa forza con cui l'abbiamo schiacciata.In un caso o nell'altro saremo quindi costretti a tornare indietro. Ma con una differenza sostanziale. Nel primo caso saremmo noi a governare il processo di ritorno all'indietro graduandone gli effetti, nel secolo tutto avverrà con un crack improvviso, immediato (poche decine di giorni) con conseguenze apocalittiche facilmente immaginabili.

Massimo Fini
Fonte: www.ilgazzettino.it

Commenti

Pupottina ha detto…
nelle mani degli "omuncoli"!

O_O

dici davvero che firmata nike valgo di più?
;-)

buon weekend
Franca ha detto…
Una vecchia pubblicità diceva che la fiducia è una cosa serie e si da alle persone serie...
Silvia ha detto…
Sai, talvolta ho il timore che, finita la "burrasca", abbastanza subdolamente (da parte loro) e abbastanza ingenuamente (per non dire peggio, da parte nostra) gli omuncoli in questione sapranno riappropriarsi della nostra fiducia come hanno sempre fatto, anche se in maniera diciamo inspiegabile. Partendo dal presupposto che tale fiducia non l'abbiano MAI meritata... credo sia opportuno adoperarsi affinché, passata la burrasca (se sopravvivremo), non ci sia più fiducia per costoro e che s'impari, finalmente, a vivere degnamente.
Gianna ha detto…
Situazione catastrofica?
calendula ha detto…
però con tutti i paesi che non sono stati colpiti dalla crisi.. doveva per forza citare l'Iran...caspita non ci sarà la crisi economica ma condannano amorte gli omossesualie i minorenni ( la scorsa settimana 2 ragazzini di 14 anni...) senza contare l'inesistenza dei diritti delle donne....
AKUL87 ha detto…
HO appena postato sul io blog un video-verità sui fatti di Piazza Navona. Vieni a visitarlo!

Piazza Navoa, Piazza Fontana, mano ascista mente democristiana!
Anonimo ha detto…
Caro Marco tutto tranne che zitto, credo che Massimo Fini ( che conosco per il suo manifesto durante le elezioni) abbia ragione ( tranne che per l'Iran ma credo che si riferisse ad altro).
Ma come fare? Siamo una generazione che pagherà un prezzo altissimo: speriamo di farcela per i nostro cuccioli, in questa che è diventata una Jungla.
Buon weekend e un abbarccio affettuoso e preoccupato.
il Russo ha detto…
Credo che Fini abbia ragione quando dice che è ridicolo invitarci alla fiducia proprio da chi non ha dimostrato di meritarla, ma delle bolle speculative e della crisi dei mutui (chi s'informa) sapeva da un annetto....
Rouge ha detto…
Solo un appunto: Fidel non inneggiava alla globalizzazione per i motivi che traspaiono dall'articolo, semmai per l'esatto contrario. Denunciava il fatto che la grande opportunità di un mondo globalizzato in termini di comunicazione e trasmissione delle informazioni, fosse mal usato da una politica neoliberale.
(link:http://www.cuba.cu/gobierno/discursos/1999/ita/f190999t.html).

Per il resto si può anche essere d'accordo.
Scenario esso stesso apocalittico.

E' dura, ma qualcosa di positivo l'ìho visto: i numeri della protesta.
Punzy ha detto…
Fiducia?
la fiducia nelle istituzioni è morta da tempo e la facilità dei giovani di castelvolturno che si aggregano ai casalesi, invece di credere nelllo stato, ne è la prova

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