di Nadia Redoglia – Megachip
Costo del lavoro: l'Italia la peggiore. Questo è il giudizio del commissario europeo Joaquin Almunia. Prima di chiunque altro coglie la palla al balzo la Marcegaglia che si dichiara pronta a firmare accordi con chi ci sta e se Epifani non vuole, lo vada a spiegare ai lavoratori. La signora ha detto, le testate ubbidienti riportano avendo cura di farne prime pagine e l' Epifani evocato tace.
Manca qualcuno che discuta, che rifletta e dunque esamini lo stato delle cose e che prenda posizioni nei confronti di chi è tenuto ad assumersi responsabilità, ma a quanto pare allo stato dei fatti non è disponibile alcuna figura in tal senso, Marcegaglia compresa. Siccome però è la signora che si è esposta per prima a rispondere ad Almunia a lei vadano le nostre osservazioni. Incominci dunque la signora a riflettere su cosa sia la forza lavoro perché pare che la stessa la identifichi ancora come quella che un tempo si chiamava la classe operaia fatta di stipendi mensili finalmente sufficienti non solo a mangiare due volte il giorno, ma anche a lavorare 40 ore settimanali anziché 60, fare le ferie, essere assunta a tempo indeterminato, godere di colonie estive e pacchi natalizi per i bimbi e la maternità per le puerpere, la mensa, la 600 e la TV a rate, l'alloggio popolare e i soggiorni marini per gli anziani. Ha realizzato la signora che quella classe operaia almeno da un lustro a questa parte non esiste più, sostituita da un accozzaglia di individui che arranca per pagare la rata del mutuo e che approfitta dei genitori anziani, non più soggiornanti in pensioni marine, ma spogliati delle proprie pensioni per sfamare figli e nipoti? Si chiamano poveri signora Marcegaglia checché lei e coloro che la pensano come lei facciano finta che esistano solo quando Almunia dice che il costo del lavoro è troppo alto e c'è scarsa produttività. Almunia ha ragione, il costo del lavoro in questo Paese è troppo elevato: la classe dirigente infatti guadagna 1000 volte più che un operaio e i dirigenti in questo Paese sono troppi e dispersivi dal che producono poco e male, a cominciare da quelli che lo rappresentano e governano e anche quando vanno in pensione continuano a guadagnare 1000 volte più che un operaio producendo ancora meno. Più che parlare di costo a questo punto sarebbe più significativo parlare di casta.
La classe operaia dunque non esiste più surclassata dalla casta dirigente dunque non vale più neppure augurarle di andare in paradiso, ciò non toglie però, signori dirigenti, che la si possa impunemente mandare all'inferno.
E adesso per chi ha votato questa gente, propongo questo video con una "splendida barzelletta" di Berlusconi che ho tratto dal blog FARFALLA LEGGERA
Hè si...col suo umorismo riesce a rendere piacevole la vita anche quando non si arriva a fine mese. Niente da dire.
Costo del lavoro: l'Italia la peggiore. Questo è il giudizio del commissario europeo Joaquin Almunia. Prima di chiunque altro coglie la palla al balzo la Marcegaglia che si dichiara pronta a firmare accordi con chi ci sta e se Epifani non vuole, lo vada a spiegare ai lavoratori. La signora ha detto, le testate ubbidienti riportano avendo cura di farne prime pagine e l' Epifani evocato tace.
Manca qualcuno che discuta, che rifletta e dunque esamini lo stato delle cose e che prenda posizioni nei confronti di chi è tenuto ad assumersi responsabilità, ma a quanto pare allo stato dei fatti non è disponibile alcuna figura in tal senso, Marcegaglia compresa. Siccome però è la signora che si è esposta per prima a rispondere ad Almunia a lei vadano le nostre osservazioni. Incominci dunque la signora a riflettere su cosa sia la forza lavoro perché pare che la stessa la identifichi ancora come quella che un tempo si chiamava la classe operaia fatta di stipendi mensili finalmente sufficienti non solo a mangiare due volte il giorno, ma anche a lavorare 40 ore settimanali anziché 60, fare le ferie, essere assunta a tempo indeterminato, godere di colonie estive e pacchi natalizi per i bimbi e la maternità per le puerpere, la mensa, la 600 e la TV a rate, l'alloggio popolare e i soggiorni marini per gli anziani. Ha realizzato la signora che quella classe operaia almeno da un lustro a questa parte non esiste più, sostituita da un accozzaglia di individui che arranca per pagare la rata del mutuo e che approfitta dei genitori anziani, non più soggiornanti in pensioni marine, ma spogliati delle proprie pensioni per sfamare figli e nipoti? Si chiamano poveri signora Marcegaglia checché lei e coloro che la pensano come lei facciano finta che esistano solo quando Almunia dice che il costo del lavoro è troppo alto e c'è scarsa produttività. Almunia ha ragione, il costo del lavoro in questo Paese è troppo elevato: la classe dirigente infatti guadagna 1000 volte più che un operaio e i dirigenti in questo Paese sono troppi e dispersivi dal che producono poco e male, a cominciare da quelli che lo rappresentano e governano e anche quando vanno in pensione continuano a guadagnare 1000 volte più che un operaio producendo ancora meno. Più che parlare di costo a questo punto sarebbe più significativo parlare di casta.
La classe operaia dunque non esiste più surclassata dalla casta dirigente dunque non vale più neppure augurarle di andare in paradiso, ciò non toglie però, signori dirigenti, che la si possa impunemente mandare all'inferno.
E adesso per chi ha votato questa gente, propongo questo video con una "splendida barzelletta" di Berlusconi che ho tratto dal blog FARFALLA LEGGERA
Hè si...col suo umorismo riesce a rendere piacevole la vita anche quando non si arriva a fine mese. Niente da dire.
Commenti
Sono d'accordo con te.
Certo se cominciassimo a togliere dalla voce "costo del lavoro" le voci di "parassitarismo" (dal costo dei dirigenti, quelli intoccabili ed incapaci intendo, al costo degli azionisti per esempio) si scoprirebbe che in realtà i fortunati che lavorano (eggià, adesso si chiamano così, soprattutto se non sono precari...) costano pochissimo. Ma poco davvero, dato che anche quando muoiono producono PIL e cmq è colpa loro...
E' un discorso complesso quello del lavoro, che io ho provato ad affrontare in modo anche provocatorio (ma nessuno ha raccolto...). Dovremmo ripensarlo completamente, ma sicuramente dobbiamo produrre DI MENO e riappropriarci delle nostre vite (l'"otium", hai in mente?)
Ciao!
Per quanto riguarda SILVIO BERLUSCONI.
Prima o poi, e lo dico con tutto il cuore, morirà anche lui.
ABBATTETELO!!
Sul lavoro...se già nessuno si occupa delle misure minime di sicurezza nei cantieri...a chi importa qualcosa di tutto il resto?A Berlusconi?
Se si vuole avere la speranza di non morire sul lavoro e arrivare alla fine del mese l'unica è espatriare.
Lo sapete che in Danimarca lo stipensio base di un neolaureato è di 4500 euro?
E se invece vuoi lavorare nei campi guadagni 15euro l'ora,5500 euro in 2 mesi?
Io miro proprio ad andare in danimarca o paesi limitrofi,laicità,buone opportunità di lavoro,un buon welfare,altro che questa italietta.
http://www.ilponte.dk/giugno_2008.htm
Non è questa l'aria per andare in paradiso!
I ministri, se andiamo a leggere bene tra le righe, non si sentono responsabili delle conseguenze delle loro decisioni sui cittadini.
Il problema lavorativo non è un problema loro.
Loro pensano al benessere dello stato, come se lo stato non fossero i cittadini, ma un concetto astratto basato su semplici operazioni matematiche ed economiche.
Oggi siamo arrivati al punto che non solo chi lavora ha una fortissima possibilità di rimanere disoccupato in poco tempo, ma quei pochi che hanno ancora un lavoro non possono più nemmeno permettersi di avere un diritto minimo come quello alla malattia.
Figuriamoci di protestare!
Ora dove sono finiti?
Nella classe dirigenziale?
Complimenti per il Blog
Dino
Posso copiare e incollare l'immagine del divieto di accesso
nel mio blog, e se ti va ci possiamo anche linkare
http://nessunarisposta.blogspot.com
E finchè un operaio continua a votare il Bandana pensando che "è un imprenditore che si è fatto da sè" difficilmente potrà risorgere.
Ma hai visto mai che una volta o l'altra a qualcuno venga in mente il termine "sfruttamento".