Questi ultimi giorni sono stati abbastanza turbolenti per me: mia mamma si è sentita poco bene, il Festival letteratura e ultimo ieri sera una riunione politica che ha evidenziato una situazione drammatica. Come tutti i momenti difficili e impagnitivi, questo è stato fonte di riflessione per me soprattutto sul ruolo del mio impegno, sull'effettiva utilità di quest'ultimo. Sul significato di essere diversi, di essere di sinistra per il popolo e per i bisognosi. Quello che è nato da questa mia debacle è una profonda autocritica, perchè non è sufficiente affermare di essere diverso per trovare un reale riscontro nella realtà. Siamo sicuri di essere all'altezza dell'ideale che ci prefiggiamo? Perchè inizio a credere ahimè, che il sistema sia entrato anche in noi facendo più danni del previsto e dovremmo iniziare a pensare che il fatto di dichiararsi di sinistra, non investa di una qualche superiorità a priori ma tutto debba essere guadagnato. Prima di essere di un partito politico, siamo esseri umani con pregi e difetti, persone che col loro pensiero dovrebbero cercare di migliorarsi giorno per giorno senza dogmi o presunzioni di superiorità. Siamo capaci di questo bagno di umiltà? Siamo capaci di rispettare una opinione differente dalla nostra? Io vedo anche all'interno dei dibattiti che si hanno tra persone politicamente schierate dalla stessa parte, l'arroganza di credere il proprio pensiero sempre e comunque superiore o migliore dell'altro. Siamo in grado di dire "ho sbagliato" nel caso? Quando si discute di incarichi tutti affermano di essere uguali, di partire dallo stesso piano però dopo nei fatti ognuno vuole mettere il suo amico, quello della sua mozione o chi garantisce una chissà quale garanzia. Allora...siamo veramente sicuri di credere nell'uguaglianza? Ho sempre creduto che senza fiducia e rispetto reciproco non si realizzi nulla, siamo realmente capaci di condividere lo stesso cammino? Lo so... è una riflessione forse fuori luogo o troppo grezza, ma la situazione in cui versa questa nostra Italia è drammatica ed è ora di chiedersi se il nostro modo di fare non aiuti in qualche modo questo sistema. Perchè credo ciecamente che solo continuando a mettersi in gioco, si possa migliorare noi stessi e l' Italia.
Colui che non sa niente, non ama niente. Colui che non fa niente, non capisce niente. Colui che non capisce niente è spregevole. Ma colui che capisce, ama, vede, osserva ... La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore ... Chiunque creda che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva. Paracelso Queste parole mi fanno riflettere sul periodo in cui viviamo. Forse perchè penso seriamente, che uno dei problemi della nostra società, sia l' ignoranza che sfocia in una banale superficialità. Guardandomi attorno, noto quanto i media siano riusciti nel compito, di farci credere informati quando in realtà la disinformazione dilaga. Noto quanto le persone siano sempre meno propense a riflettere e a fare una sana autocritica. Mi rendo conto, quanto siamo sempre più incapaci per fragilità, o mancanza di tempo, a gestire i rapporti umani. Quello che voglio dire con queste parole, è quanto sia importante la conoscenza, la riflession
Commenti
Per cercare di rispondere al tuo sfogo posso solo dire che la sinistra italiana ha perduto molti dei suoi valori nel momento in cui si è imborghesita, inoltre quella propensione ad essere sempre e comunque "contro", a dire sempre e comunque no, ha fatto dei danni enormi. Continuiamo a dividerci in miriadi di partitini che si differenziano uno dall'altro magari solo per il nome e ognuno è convinto della propria "verità", non accettando quella degli altri.
Siamo ormai incapaci di tenerci uniti tra noi, figurati agli altri.
Forse stiamo troppo bene. Una volta il collante era la povertà della classe operaia, il suo essere sfruttata. Oggi? Cosa ci unisce? Quella dell'uguaglianza è una cosa a cui non ha mai creduto nessuno, se non per principio: si parte uguali ma c'è sempre qualcosa per cui differenziarsi (inutile essere ipocriti: siamo uguali a un fascista, a un padrone, a un imbecille, a un rom, a un tamarro? No, noi siamo meglio! O no?).
Ma non ti angustiare, a questo mondo c'è di peggio che essere di sinistra: il Bandana questi dubbi mica li ha!
Un saluto.
Non immagini quante volte anch'io ho riflettuto sul significato dell'essere "di sinistra".
E mi sono reso conto che tutto ciò che questa parola significa, i grandi principi di eguaglianza e giustizia sociale, le lotte storiche e la ricerca continua dei diritti fondamentali dell'individuo e della collettività, tende a perdere di valore quando ci si trova a giudicare i difetti di questo mondo dall'alto verso il basso.
Il principio della "relatività" della ragione è il punto cardine per portare avanti un progetto di riforma della società così profondo.
Il rispetto e la considerazione delle opinioni differenti dev'essere una connotazione di base. Senza di quella, le grandi logiche di innovazione sociale non significano più nulla.
Credo che la sinistra, in tutte le sue forme, soprattutto in Italia dovrebbe ripartire da questa ottima riflessione che hai lanciato.
Non esiste più nemmeno un'isola felice...è tutto finito. Bisogna ricominciare da zero.
Non voglio rattristarti perchè mi sembri già a buon punto anzi vorrei che tu riuscissi a trovare un po' di entusiasmo per cercare insieme la strada giusta.
Dobbiamo aprire gli occhi, prendere consapevolezza e trovare nuovi spazi per cercare di cambiare qualcosa.
Spero che ora tua madre stia bene.
Ovviamente auguri a tua madre.
E tu, all'esterno lo combatti il sistema... e credo che tu possa essere in grado di combatterlo anche al tuo interno...
Questo si vede dal fatto che tu ti sei chiesto se il sistema si è insediato dentro di te... quasi nessuno purtroppo è in grado di dire ho sbagliato, è intrinseco dell'uomo ma già provarci è un grande passo...
Ps. Auguri a tua mamma...
Quanti militanti sgoniati ho visto scappare, quanti invece uscire perchè "io sono meglio deglio altri".
Capitali e capitali umani bruciati, ma la sindrome da tafazzismo della sinistra a volte sembra il vero ideale che non muore mai...
(scusa il rigiro di parole)hai ragione in pieno,è questo il grande male della sinistra
[tra persone politicamente schierate dalla stessa parte, l'arroganza di credere il proprio pensiero sempre e comunque superiore o migliore dell'altro]
Mi duole scrivertelo,max la destra questa è una delle cantilene di cui accusa la sinistra e bada questo a prescindere dalla formale e sostanziale differenza di idee,di come e cosa si deve fare,credo che su questo hanno ragione.
Io stessa non avevo il coraggio(o se preferisci non avevo voglia di polemizzare) con una persona a me cara che è castrista convinto.Io non sono assolutamente di quella idea,penso sempre che il bene primario per una persona sia la sua liberta' individuale e questo poco si concilia con politiche castriste e/o con politiche simili.Ma la persona ha un grande seguito e quando parla non si puo' contraddirlo,sai la verita?Mi sono stufata di ascoltarlo,tutti dobbiamo avere pari dignita' di parola e di ascolto,e solo dal confronto che si possono creare"buone cose"questo i nostri politici lo hanno dimenticato da tempo,anzi oserei dire,che forse non l'hanno mai avuto in mente.Tutte le famose correnti politiche DOVREBEBRO servire al confronto invece solo solo "terra di sfida" per vedere che vince,cosi non funziona, o meglio cosi lo fa funzionare solo berlusconi,ma lui è un despota
Ma in questo post non è in discussione quell'uomo li,ma tutti noi che dovremmo avere pari opportunita' di parola,d'ascolto e di confronto equo,
ahhh,quale chimera,caro Marco.
Spero che la mamma si stia riprendendo,i piu cari auguri che sia veloce la ripresa
gabrybabelle
Forse per capire meglio bisogna tornare indietro negli anni credo.
Comunque complimenti!
Ciao,
aria
Un caro saluto.
Gabry: almeno io e te su qualcosa siamo d'accordo.Scherzo mia cara.
Un abbraccio.
si, anche io ti ho letto
con piacere da Daniele
ciao,
aria
Innanzitutto mi unisco agli auguri per la tua mamma: che si rimetta presto!
E poi... no. Purtroppo mi sembra evidente che NON SIAMO CAPACI (non più? non ancora?) di mettere in pratica l'etica di sinistra che diciamo di professare.
Pare proprio che io e te abbiamo un filo sotterraneo di coscienza unisona... stavo giusto meditando che mi piacerebbe molto, ma davvero, che qualche politico dei nostri avesse il coraggio di dire "bene ragazzi, si torna alle origini (perlomeno alle mie: sono nata extraparlamentare). La politica si fa per l'ideale e non per i soldi o il potere. Ora il problema non si pone, ma se e quando torneremo in parlamento, ai parlamentari andrà lo stipendio necessario al sostentamento (certo, tenendo presente che magari uno è fuori sede e ha il diritto di rivedere la famiglia nei fine settimana e cose così...). Tutto il resto va... non al partito e alla sua burocrazia, ma alle iniziative meritevoli. Tipo i centri culturali per i giovani, i punti di ritrovo e soccorso per anziani, disoccupati, precari e tutte le persone in difficoltà. Senza chiedere tessere... come invece fanno più o meno tutti". Questo discorso Diliberto l'ha almeno accennato a Salso - poi ovviamente da solo non potrà fare tutto. Ma la sensazione che ho avuto del backstage dei congressi non mi è piaciuta nemmeno un po'... e se penso che Gaber almeno una ventina di anni fa diceva "Attila siede in consiglio comunale"...
E infatti pensateci: non solo ci scanniamo fraternamente nello stesso partito, no: non contenti, comtinuiamo a frantumarci con la storia che c'è sempre qualcuno più a sinistra... e intanto il sindacato che ha più séguito è l'UGL - e la lega spopola.
E' per questo che io dico che non me ne importa nulla di Stalin e di Trotsky e degli altri... mi importa chi, hic et nunc, fa qualcosa di sinistra. Anche se si chiama Di Pietro.
Perché qui, o ci mettiamo (ri-mettiamo) a FARE le cose, oppure... ma fare davvero. La gente è anche stufa di volantini di protesta (quanti li leggono ancora?). Sarebbe più incisivo, chessò, comprare uno stock di pasta e distribuirlo a prezzi popolari (massì, esibendo l'ultimo cedolino: non avete idea delle famiglie di imprenditori che fanno la spesa al mercato o ai discount...)
Ma non credo che "stiamo troppo bene", o meglio: da una parte è vero, ma dall'altra c'è la gente che non arriva a fine mese... ma anziché solidalizzare con il vicino, passa la logica egoista per cui se tu stai male magari io sto meglio...
Scusa Marco, mi sono allargata. Ma era un post troppo invitante... :)
grazie.
Un saluto
E se sono andata fuori tema, perdonami!! ;-))
***
Come sta tua madre?
Grazie di cuore.
Un abbraccio.
Sul reso, purtropo le cose da dire sono sempre le stesse.
Certo oramai fanno tutto alla luce del sole compreso aprire centri neofascisti....
ciao,
aria
Dipende da noi, da ognuno di noi...
Poi ieri sera su La7 ho trovato a metà un programma sulla nostra storia dai primi del novecento fino al suffragio universale del 46
Altro materiale per riflettere.
La sinistra non è la prima volta che si divide, la storia ce lo insegna, l'arroganaza di credersi sempre superiori o migliori dell'altro è insita in tutti indipendentemente dal credo politico.
Sono d'accordo con te quando dici
che dobbiamo rimetterci in gioco e migliorarci, fare un bagno di umiltà e ricompattarci.
La sinistra italiana non ci ha fatto una bella figura alle ultime politiche per quelle assurde divisioni tra mille partitini nati sui "distinguo". Credo che solo un bagno di umiltà ci potrà rendere di nuovo quel posto di attori principali della storia e della politica del nostro paese.
Sono di sinistra per nascita per cultura e per quel modo di sentire il bene comune. Ma questa sinistra non mi appartiene.
tanti auguri per tua madre
Ladyoscar