Fascismo criminale. Fascismo di Stato
Il filosofo Marco Revelli ha descritto recentemente sul settimanale Carta l’attuale situazione socio-politica italiana, definendola "un fascismo post-moderno, senza il mascellone del duce e con il sorriso a 65 denti del guitto nazionale, dove l’orbace da caserma è sostituito dal blazer aziendale [...], né l’olio di ricino si rende più necessario per mettere a tacere avversari nei cui confronti basta staccare la spina televisiva".
Queste parole, ovviamente riferite a Silvio Berlusconi, riprendono una vecchia denuncia di Indro Montanelli, decano del giornalismo tagliente ed eretico italiano (è lui stesso che, parlando del Manifesto, esaltò il suo amore per l’eresia). Il grande giornalista toscano affermò che oggi un regime non ha più bisogno di marce su Roma o di incendi del Reichstag, bastano le tv e il loro potere dissuasorio. Entrambi ripropongono, come molti in questi anni, una sorta di contrapposizione tra il fascismo del ventennio e il neofascismo odierno. Lì dove ieri c’era il fez e la camicia nera, l’olio di ricino e il manganello oggi ci sono il doppiopetto e la cipria, Emilio Fede e Vittorio Feltri. Sicuramente tutte queste considerazioni sono vere, ma non bastano. Perché la radice della violenza squadrista, l’armamento del picchiatore fascista sono oggi ancora d’attualità. E si saldano (esattamente come accadde nel Ventennio e negli Anni Settanta) con la borghesia più reazionaria e con settori ampi di polizia e carabinieri. I fatti degli ultimi giorni mostrano ancora una volta lo scivolamento verso la riabilitazione e l’accettazione da parte di moltissimi del fascismo e della sua delirante ideologia, favoriti in questi anni da sponde della presunta sinistra presunta democratica (perché quello che oggi affermano Alemanno e La Russa Veltroni e Violante, ma non solo, l’hanno detto anni fa ...).
Basta solo ricordare alcuni episodi degli ultimi mesi, il silenzio omertoso e il giustificazionismo rampante. Sono solo un piccolo estratto. Il portale Isole nelle Rete, che alla denuncia della violenza fascista dedica un’apposito sito (http://isole.ecn.org/antifa/) segnala che ’tra gennaio 2005 e agosto 2008 si sono verificate almeno 312 aggressioni fasciste e 144 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo’ di cui ’97 attacchi a sedi di centri sociali/sedi militanti/ sedi di partiti/sindacati/ANPI, 118 aggressioni a compagni, militanti, antifascisti, frequentatori di centri sociali, 98 altre aggressioni (immigrati, omosessuali, testimoni di Geova, giornalisti, ragazzi), 144 atti vandalici nazifascisti/danneggiamenti/scritte e minacce personali dai quali vanno considerati a parte i 5 tentati omicidi solo nel 2005.
A tutti questi episodi vanno aggiunti gli abusi e le violenze da parte di ampi settori delle forze dell’ordine, compresi alcuni omicidi (Rasman e Aldrovrandi tra i vari). Eclatante rimarrà per sempre l’assassinio di Davide Cesare, Dax, attivista del centro sociale Orso. Quella sera i suoi amici, accorsi in ospedale alla notizia dell’accoltellamento, furono massacrati anche dentro gli ambulatori del pronto soccorso.
Tutti questi episodi, nell’indifferenza e nell’omertà di politici, giornalisti e tanti indifferenti, dimostrano che il fascismo di oggi affonda le radici nella stessa subcultura del ’primo’ fascismo. Il disprezzo per la democrazia, il pensiero unico illiberale dei Grandi Fratelli, dei giornalisti proni e delle televisioni permette alle violenze squadriste e poliziesche di esistere e continuare. Il guitto nazionale è fratello gemello del fez, le tv di regime del manganello.
Non possiamo non partire da Parma, dalla ragazza sbattuta in cella e lasciata tutta la notte sporca, piangente, terrorizzata, seminuda. Escludendo pochi echi, subito messi a tacere dalla cronaca estiva, nessuno si è sentito minimante scosso dalla foto. Nessuno si è permesso di domandarsi se c’era qualcosa che non andava, se quello è il modo di trattare, di violentare psicologicamente, una ragazza vittima e schiava degli appetiti economici dei suoi ’magnaccia’ e di quelli sessuali di padri di famiglia, imprenditori, uomini qualsiasi della Parma benestante e ipocrita.
A Termoli i vigili urbani fermano un commerciante ambulante migrante. Trovano i suoi documenti irregolari. Lo sfrattono, lo spingono con forza in auto e lo picchiano. Prima di rimandarlo a casa lo costringono a firmare una dichiarazione scritta, affermando che è solo la dichiarazione che lui è uscito dalla caserma. Non è così. Il giorno dopo sui giornali il ragazzo scoprirà che i baldi rappresentanti dello Stato Italiano lo hanno costretto a firmare una dichiarazione dove nega le violenze subite quella notte. Solo il rapido intervento dell’avvocato del giovane, insieme all’indignazione di diverse persone testimoni del fatto (e che hanno filmato con i telefonini) ristabilirà la verità. Ma il giorno prima per la presenta smentita il principale quotidiano abruzzese aveva offerto la prima e la seconda pagina. Per il ristabilirsi della realtà si è scivolati molto all’interno...
A L’Aquila alcuni giovani attivisti anarchici chiedono invano per diverso tempo un luogo di aggregazione, un posto dove potersi riunire e incontrare. Tutto regolare e legale, tutto alla luce del sole. Sono stati costretti, alla fine, dopo diversi abusi della bucrocrazia, ad occupare uno stabile in piena periferia abbandonato e fatiscente. L’hanno rimesso a posto e risistemato, restituendogli un minimo di dignità edilizia. Improvvisamente ci si è accorti dell’esistenza di quello stabile e lo sgombero è stato immediato. Uno sgombero violento, un pestaggio inaudito con ossa rotte e persone trascinate per le scale. Negazione di ogni dignità e riconoscimento e ’tolleranza zero’ per chi la rivendica.
Il 5 settembre a mezzogiorno tre famiglie di rom si fermano in un piazzale a Bussolengo, in provincia di Verona. Vengono picchiati selvaggiamente e torturati. Questo uno stralcio della testimonianza di Cristian, raccolta dal settimanale Carta: "Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili urbani per dirci di sgomberare entro un paio di ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito ripartiti [...] Hanno subito tentato di ammanettare Angelo. Mia sorella, sconvolta, ha cominciato a chiedere aiuto urlando ‘non abbiamo fatto nulla’. Il carabiniere più basso ha cominciato allora a picchiare in testa mia sorella con pugni e calci fino a farla sanguinare. I bambini si sono messi a piangere. È intervenuto per difenderci anche Denis. ‘Stai zitta puttana’, ha urlato più volte uno dei carabinieri a mia figlia di nove anni. E mentre dicevano a me di farla stare zitta ‘altrimenti l’ammazziamo di botte’ mi hanno riempito di calci. A Marco, il figlio di nove anni di mia sorella, hanno spezzato tre denti... Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il manganello, anche sul volto... Mia sorella e i ragazzi perdevano molto sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: ‘Mettiti in ginocchio e pulisci quel sangue bastardo’. Ho implorato che si fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato alla mia compagna ‘Devi dire, io sono una puttana’, cosa che lei, piangendo, ha fatto più volte [...] Hanno portato una bacinella grande, con cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un’ora, ci hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici secondi. Uno dei carabinieri in borghese ha filmato la scena con il telefonino. Poi un altro si è denudato e ha detto ‘fammi un bocchino".
Il giorno dopo a Vicenza la polizia carica violentemente due volte una manifestazione autorizzata dei ’No Dal Molin’. ‘Nella seconda’, denunciano gli attivisti, ‘alcune ragazze sono state prese a calci, altri ricevevano colpi di scudo, qualcuno è stato trascinato per i capelli. Gli occhi sfigurati da poliziotti, carabinieri e guardie di finanza e gli insulti: ‘Ti uccido! Sporco pacifista! Ti spacco la testa’. Il corteo quindi si rifugia nel giardino di una casa adiacente, ospitati dagli abitanti solidali.
A Roma una coppia di turisti olandesi in vacanza si accampa alla periferia della città. Due uomini, di nazionalità rumena, li colgono nel sonno, legano lui (e lo minacciano con una pistola) e stuprano lei. Lo stupro, uno dei peggiori crimini contro l’umanità, peggiore abuso in zone di guerra. Ma anche arma millenaria di dominio del maschio sulla donna, simbolo della prepotenza dell’uomo. Il sindaco di Roma Alemanno afferma che la colpa è principalmente dei turisti olandesi, non dovevano accamparsi lì. Mancava solo che accusava la ragazza di essersi vestita in maniera troppo succinta, stimolando gli istinti sessuali dei due violentatori e lo stereotipo della donna inferiore e puttana sarebbe stato perfetto. Tutti conosciamo i casi di razzismo montante, di caccia squadristica allo straniero avvenuta in ogni caso possibile(e se non esisteva veniva inventato, come i rapimenti di bambini ad opera di rom periodicamente fantasticati). Ma davanti a uno stupro, non essendo in periodo elettorale(ricordate il sostenitore del partito di Alemanno che, tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali, riuscì con tempismo da superman a soccorrere una ragazza?), l’atavico pensiero della donna colpevole, impura, inferiore, puttana è riemerso prepotente. Donne, froci, zingari e poi tutti gli altri. Sono gli inferiori, quelli da abbattere, il nemico numero uno insieme alle ’zecche’.
Le ’zecche’, gli attivisti e i militanti dei centri sociali e della sinistra di base, di quella che pulsa nelle lotte per la casa e i diritti civili, che vive nelle strade della periferia romana e non a Montecitorio. Arriviamo ad uno degli ultimi episodi delle ultime settimane: l’agguato a due ragazzi che stavano uscendo dal concerto in memoria di Renato Biagetti, ucciso nell’agosto 2006 dalle lame fasciste. A distanza di due anni la destra torna a colpire, convinta della propria impunità. Come al solito qualcuno affermerà sempre che è stata una ’rissa tra balordi’ e che magari sono stati i comunisti a provocare. Si lasciano passare alcune settimane e, dose dopo dose, si innietta questa drogata realtà. Capitò dopo l’assassinio di Renato, capitò dopo l’assalto al concerto della Banda Bassotti a Villa Ada, quando la polizia arrivò con immenso ritardo e cominciò ad arrestare i compagni pestati. Capitò qualche mese fa anche durante un volantinaggio intorno all’Università La Sapienza.
Cresciuti nell’indifferenza di molti e all’ombra dei politici della destra borghese, hanno potuto agire impunemente. Gli autodefiniti ’centri sociali di estrema destra’ sono diventati le basi di azioni squadristiche periodiche, di intimidazioni e assalti violenti. E dove non arrivano loro ci sono le ronde padane, i pestaggi di Stato come Termoli e L’Aquila, Vicenza e Bussolengo.
Fascismo criminale e fascismo di Stato.
Tratto da: Socialpress
Il filosofo Marco Revelli ha descritto recentemente sul settimanale Carta l’attuale situazione socio-politica italiana, definendola "un fascismo post-moderno, senza il mascellone del duce e con il sorriso a 65 denti del guitto nazionale, dove l’orbace da caserma è sostituito dal blazer aziendale [...], né l’olio di ricino si rende più necessario per mettere a tacere avversari nei cui confronti basta staccare la spina televisiva".
Queste parole, ovviamente riferite a Silvio Berlusconi, riprendono una vecchia denuncia di Indro Montanelli, decano del giornalismo tagliente ed eretico italiano (è lui stesso che, parlando del Manifesto, esaltò il suo amore per l’eresia). Il grande giornalista toscano affermò che oggi un regime non ha più bisogno di marce su Roma o di incendi del Reichstag, bastano le tv e il loro potere dissuasorio. Entrambi ripropongono, come molti in questi anni, una sorta di contrapposizione tra il fascismo del ventennio e il neofascismo odierno. Lì dove ieri c’era il fez e la camicia nera, l’olio di ricino e il manganello oggi ci sono il doppiopetto e la cipria, Emilio Fede e Vittorio Feltri. Sicuramente tutte queste considerazioni sono vere, ma non bastano. Perché la radice della violenza squadrista, l’armamento del picchiatore fascista sono oggi ancora d’attualità. E si saldano (esattamente come accadde nel Ventennio e negli Anni Settanta) con la borghesia più reazionaria e con settori ampi di polizia e carabinieri. I fatti degli ultimi giorni mostrano ancora una volta lo scivolamento verso la riabilitazione e l’accettazione da parte di moltissimi del fascismo e della sua delirante ideologia, favoriti in questi anni da sponde della presunta sinistra presunta democratica (perché quello che oggi affermano Alemanno e La Russa Veltroni e Violante, ma non solo, l’hanno detto anni fa ...).
Basta solo ricordare alcuni episodi degli ultimi mesi, il silenzio omertoso e il giustificazionismo rampante. Sono solo un piccolo estratto. Il portale Isole nelle Rete, che alla denuncia della violenza fascista dedica un’apposito sito (http://isole.ecn.org/antifa/) segnala che ’tra gennaio 2005 e agosto 2008 si sono verificate almeno 312 aggressioni fasciste e 144 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo’ di cui ’97 attacchi a sedi di centri sociali/sedi militanti/ sedi di partiti/sindacati/ANPI, 118 aggressioni a compagni, militanti, antifascisti, frequentatori di centri sociali, 98 altre aggressioni (immigrati, omosessuali, testimoni di Geova, giornalisti, ragazzi), 144 atti vandalici nazifascisti/danneggiamenti/scritte e minacce personali dai quali vanno considerati a parte i 5 tentati omicidi solo nel 2005.
A tutti questi episodi vanno aggiunti gli abusi e le violenze da parte di ampi settori delle forze dell’ordine, compresi alcuni omicidi (Rasman e Aldrovrandi tra i vari). Eclatante rimarrà per sempre l’assassinio di Davide Cesare, Dax, attivista del centro sociale Orso. Quella sera i suoi amici, accorsi in ospedale alla notizia dell’accoltellamento, furono massacrati anche dentro gli ambulatori del pronto soccorso.
Tutti questi episodi, nell’indifferenza e nell’omertà di politici, giornalisti e tanti indifferenti, dimostrano che il fascismo di oggi affonda le radici nella stessa subcultura del ’primo’ fascismo. Il disprezzo per la democrazia, il pensiero unico illiberale dei Grandi Fratelli, dei giornalisti proni e delle televisioni permette alle violenze squadriste e poliziesche di esistere e continuare. Il guitto nazionale è fratello gemello del fez, le tv di regime del manganello.
Non possiamo non partire da Parma, dalla ragazza sbattuta in cella e lasciata tutta la notte sporca, piangente, terrorizzata, seminuda. Escludendo pochi echi, subito messi a tacere dalla cronaca estiva, nessuno si è sentito minimante scosso dalla foto. Nessuno si è permesso di domandarsi se c’era qualcosa che non andava, se quello è il modo di trattare, di violentare psicologicamente, una ragazza vittima e schiava degli appetiti economici dei suoi ’magnaccia’ e di quelli sessuali di padri di famiglia, imprenditori, uomini qualsiasi della Parma benestante e ipocrita.
A Termoli i vigili urbani fermano un commerciante ambulante migrante. Trovano i suoi documenti irregolari. Lo sfrattono, lo spingono con forza in auto e lo picchiano. Prima di rimandarlo a casa lo costringono a firmare una dichiarazione scritta, affermando che è solo la dichiarazione che lui è uscito dalla caserma. Non è così. Il giorno dopo sui giornali il ragazzo scoprirà che i baldi rappresentanti dello Stato Italiano lo hanno costretto a firmare una dichiarazione dove nega le violenze subite quella notte. Solo il rapido intervento dell’avvocato del giovane, insieme all’indignazione di diverse persone testimoni del fatto (e che hanno filmato con i telefonini) ristabilirà la verità. Ma il giorno prima per la presenta smentita il principale quotidiano abruzzese aveva offerto la prima e la seconda pagina. Per il ristabilirsi della realtà si è scivolati molto all’interno...
A L’Aquila alcuni giovani attivisti anarchici chiedono invano per diverso tempo un luogo di aggregazione, un posto dove potersi riunire e incontrare. Tutto regolare e legale, tutto alla luce del sole. Sono stati costretti, alla fine, dopo diversi abusi della bucrocrazia, ad occupare uno stabile in piena periferia abbandonato e fatiscente. L’hanno rimesso a posto e risistemato, restituendogli un minimo di dignità edilizia. Improvvisamente ci si è accorti dell’esistenza di quello stabile e lo sgombero è stato immediato. Uno sgombero violento, un pestaggio inaudito con ossa rotte e persone trascinate per le scale. Negazione di ogni dignità e riconoscimento e ’tolleranza zero’ per chi la rivendica.
Il 5 settembre a mezzogiorno tre famiglie di rom si fermano in un piazzale a Bussolengo, in provincia di Verona. Vengono picchiati selvaggiamente e torturati. Questo uno stralcio della testimonianza di Cristian, raccolta dal settimanale Carta: "Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili urbani per dirci di sgomberare entro un paio di ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito ripartiti [...] Hanno subito tentato di ammanettare Angelo. Mia sorella, sconvolta, ha cominciato a chiedere aiuto urlando ‘non abbiamo fatto nulla’. Il carabiniere più basso ha cominciato allora a picchiare in testa mia sorella con pugni e calci fino a farla sanguinare. I bambini si sono messi a piangere. È intervenuto per difenderci anche Denis. ‘Stai zitta puttana’, ha urlato più volte uno dei carabinieri a mia figlia di nove anni. E mentre dicevano a me di farla stare zitta ‘altrimenti l’ammazziamo di botte’ mi hanno riempito di calci. A Marco, il figlio di nove anni di mia sorella, hanno spezzato tre denti... Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il manganello, anche sul volto... Mia sorella e i ragazzi perdevano molto sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: ‘Mettiti in ginocchio e pulisci quel sangue bastardo’. Ho implorato che si fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato alla mia compagna ‘Devi dire, io sono una puttana’, cosa che lei, piangendo, ha fatto più volte [...] Hanno portato una bacinella grande, con cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un’ora, ci hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici secondi. Uno dei carabinieri in borghese ha filmato la scena con il telefonino. Poi un altro si è denudato e ha detto ‘fammi un bocchino".
Il giorno dopo a Vicenza la polizia carica violentemente due volte una manifestazione autorizzata dei ’No Dal Molin’. ‘Nella seconda’, denunciano gli attivisti, ‘alcune ragazze sono state prese a calci, altri ricevevano colpi di scudo, qualcuno è stato trascinato per i capelli. Gli occhi sfigurati da poliziotti, carabinieri e guardie di finanza e gli insulti: ‘Ti uccido! Sporco pacifista! Ti spacco la testa’. Il corteo quindi si rifugia nel giardino di una casa adiacente, ospitati dagli abitanti solidali.
A Roma una coppia di turisti olandesi in vacanza si accampa alla periferia della città. Due uomini, di nazionalità rumena, li colgono nel sonno, legano lui (e lo minacciano con una pistola) e stuprano lei. Lo stupro, uno dei peggiori crimini contro l’umanità, peggiore abuso in zone di guerra. Ma anche arma millenaria di dominio del maschio sulla donna, simbolo della prepotenza dell’uomo. Il sindaco di Roma Alemanno afferma che la colpa è principalmente dei turisti olandesi, non dovevano accamparsi lì. Mancava solo che accusava la ragazza di essersi vestita in maniera troppo succinta, stimolando gli istinti sessuali dei due violentatori e lo stereotipo della donna inferiore e puttana sarebbe stato perfetto. Tutti conosciamo i casi di razzismo montante, di caccia squadristica allo straniero avvenuta in ogni caso possibile(e se non esisteva veniva inventato, come i rapimenti di bambini ad opera di rom periodicamente fantasticati). Ma davanti a uno stupro, non essendo in periodo elettorale(ricordate il sostenitore del partito di Alemanno che, tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali, riuscì con tempismo da superman a soccorrere una ragazza?), l’atavico pensiero della donna colpevole, impura, inferiore, puttana è riemerso prepotente. Donne, froci, zingari e poi tutti gli altri. Sono gli inferiori, quelli da abbattere, il nemico numero uno insieme alle ’zecche’.
Le ’zecche’, gli attivisti e i militanti dei centri sociali e della sinistra di base, di quella che pulsa nelle lotte per la casa e i diritti civili, che vive nelle strade della periferia romana e non a Montecitorio. Arriviamo ad uno degli ultimi episodi delle ultime settimane: l’agguato a due ragazzi che stavano uscendo dal concerto in memoria di Renato Biagetti, ucciso nell’agosto 2006 dalle lame fasciste. A distanza di due anni la destra torna a colpire, convinta della propria impunità. Come al solito qualcuno affermerà sempre che è stata una ’rissa tra balordi’ e che magari sono stati i comunisti a provocare. Si lasciano passare alcune settimane e, dose dopo dose, si innietta questa drogata realtà. Capitò dopo l’assassinio di Renato, capitò dopo l’assalto al concerto della Banda Bassotti a Villa Ada, quando la polizia arrivò con immenso ritardo e cominciò ad arrestare i compagni pestati. Capitò qualche mese fa anche durante un volantinaggio intorno all’Università La Sapienza.
Cresciuti nell’indifferenza di molti e all’ombra dei politici della destra borghese, hanno potuto agire impunemente. Gli autodefiniti ’centri sociali di estrema destra’ sono diventati le basi di azioni squadristiche periodiche, di intimidazioni e assalti violenti. E dove non arrivano loro ci sono le ronde padane, i pestaggi di Stato come Termoli e L’Aquila, Vicenza e Bussolengo.
Fascismo criminale e fascismo di Stato.
Tratto da: Socialpress
Commenti
Credere, cioè essere un coglione che si beve tutte le stronzate che gli dice quel bastardo che si atteggia a leader
Obbedire, cioè fare il cagnolino scodinzolante ogni volta che il padrone da un ordine
Combattere, cioè essere il coglione che rischia la vita affinchè il leader possa ingrassare come un maiale seduto in poltrona mentre il popolo si massacra
Il fascista è un coglione.
L'uomo è nato libero, il fascista vuole la gabbia, e siccome ci sta comodo pensa che vada bene anche agli altri.
Continuano ad adorare quelli che secondo loro furono grandi uomini e che invece erano unicamente degli assassini, mentre i più grandi esseri umani, come Einstein, avevano tutti una mentalità libera da pregiudizi e violenze.
In pratica, di sinistra.
Quella vera, non di Veltroni, quella delle piazze.
E forse solo il risveglio delle coscienze in piazza come di Cesco ma anche cmq in altri luoghi e situazioni, potrà forse riaprire uno spiraglio di luce e speranza che ora non vedo, che ora forse non c'è.
Mi auguro di sbagliare ...
E scusate se è poco...
Si usa molta vasellina, ma il risultato non cambia.
Una cosa mi spaventa molto: il fatto che parlare di accentramento dei media in una sola persona, tralaltro Premier, sia quasi annoiante, un non problema insomma.
Io lo ritengo gravissimo elevato a gravissimo elevato a gravissimo.
A presto, Wil.
Come vedi al peggio non c'è mai fine.
Saluti
Una saluto a tutti e resistere sempre e comunque.
HO PAURA, credimi non pensavo di doverlo dire ma è così!
buona giornata!!!
Un saluto
Solo un grazie per questa triste segnalazione.
:*-(
zack zack sè chiusa la pagina in "edita commento" io lo so e di solitoprima salvo con il copia e incolla,
cosi se perdo la pagina,la richiamo e incollo il commemnto
se no sai com'è che faticcia!!perdoanami,t'ho portato questo,per ottenerlo,eh,eh,eh,
batticuore
Buona domenica marcolino
---------------------------------
oggi tutti in piazza,naturalmente ne parlera' ampiamente con filmati dedicati solo rai tre
Dai manifesti fascisti a Roma,a quei 4 deficienti analfabeti che manifestano a Colonia la loro intolleranza razzista,tra cui il "nostro"(brrrrr...)Borghezio.
Ha ragione Cesco,il fascista è un coglione,il fascista fà schifo.
Ma se vogliono le gabbia accontentiamoli tutti,chiudiamoli nelle gabbie.
Con questa gente le parole sono aria fresca,lasciano il tempo che trovano.
Bisogna mobilitarci seriamente.
Io o espetrio o finisco in galera come sovversiva del regime,quale delle due opzioni prevarra non lo sò,dipende da come si mettono le cose.
Spero che Borghezio a Colonia ne prenda tante,non nascondo questo mio desiderio perfido e sadico.
è molto interessante ciò che pubblichi in questo post
io sono figlia di un IMi che ha fatto due anni nei campi di concetramento e sinceramente sono sempre più convinta che viviamo in un nuovo e preoccupante fascismo
l'ho scritto spesso e le mie riflessioni sono sempre meno ottimiste
complimenti per il blog
un saluto erica
VESPA:
"Berlusconi sostiene che sono 26 suoi processi, dai quali è sempre uscito assolto.Su 26 processi, 4 sono in corso, 4 sono finiti in prescrizione e 18 in assoluzione”. Tutti “successivi alla discesa in campo”. Appena “4 leggi ad personam”. E sostiene che, per le tangenti alla Guardia di Finanza, “Berlusconi è stato assolto con formula piena”, mentre “il caso di Lentini al Milan era analogo a quello di Dino Baggio alla Juve, ma Agnelli non fu nemmeno chiamato a testimoniare, mentre Berlusconi fu condannato”.
TRAVAGLIO:
"Cinque balle in cinque frasi.
1) Le leggi ad personam sono 16: decreto Biondi, Tremonti, rogatorie, falso in bilancio, Cirami, Maccanico-Schifani, ex-Cirielli, Gasparri, salva-Rete4, Frattini, condoni fiscale e ambientale, Pecorella, bloccaprocessi, Alfano, prossimamente intercettazioni.
2) Prima della discesa in campo, Berlusconi era già stato indagato nel 1983 (poi archiviato) per traffico di droga e imputato nel 1989 per falsa testimonianza sulla P2 (colpevole, ma salvo grazie all’amnistia del 1990); nel 1992-93 vari manager del suo gruppo erano sott’inchiesta per i fondi neri di Publitalia e del Milan, tangenti a Dc, Psi e Cariplo. Come scrive il gip bresciano Carlo Bianchetti nel 2001, archiviando le denunce berlusconiane contro il pool di Milano: “L’impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si pongono in rapporto di causa ed effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate e l’avvio di ulteriori indagini collegate in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell’indagato”. Anzi, è probabile che sia sceso in campo per salvarsi dalle inchieste già aperte sul suo gruppo, prevedendo che sarebbero giunte fino a lui.
3) I processi al Cavaliere non sono 26, ma 15: 5 in corso (corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills, fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna) e 10 già conclusi, più varie indagini archiviate (6 per mafia e riciclaggio, 2 per le stragi mafiose del 1992-’93, ecc.).
Nei 10 processi già chiusi, le assoluzioni nel merito sono solo 3: 2 con formula dubitativa (comma 2 art.530) per i fondi neri Medusa e le tangenti alla Finanza (“insufficienza probatoria”), 1 con formula piena per il caso Sme-Ariosto/1. Altre 2 assoluzioni - All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2 - recano la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’imputato se l’è depenalizzato (falso in bilancio). Per il resto: 2 amnistie per la falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio; e 5 prescrizioni, grazie alle attenuanti generiche, che si concedono ai colpevoli, non agli innocenti: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi), caso Lentini (falso in bilancio con prescrizione dimezzata dalla riforma Berlusconi), bilanci Fininvest 1988-’92 (idem come sopra), 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest (come sopra), Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti, entrambi condannati).
4) Dunque, per le mazzette alla Finanza, niente formula piena, ma insufficienza di prove.
5) Il caso Lentini non era affatto analogo al caso Baggio: Lentini fu pagato dal Milan con fondi neri extrabilancio (reato), Baggio con una donazione personale di Agnelli (non reato). E comunque, per Lentini, Berlusconi non è mai stato “condannato”. Ora non vorremmo che l’imparziale insetto dovesse risponderne all’Authority o, Dio non voglia, scusarsi in diretta. Ma non c’è pericolo: in tv deve scusarsi chi dice la verità, non chi racconta balle.
IL TUTTO PER LA PRECISIONE E PER NON DIMENTICARE
bravo bravo schiavi o liberi sempre molto preciso!