Ricevo da un amico docente questo scritto che pubblico molto volentieri perchè, oltre condividerne il pensiero, mi ricorda le lunghe serate trascorse a discutere (soprattutto delle conseguenze della globalizzazione) assieme di questi argomenti.
SCUOLA E GLOBALIZZAZIONE
In questi giorni il governo ha approvato ( con la fiducia) alla Camera la legge Gelmini sulla scuola.
Parlare di riforma in questo caso risulterebbe improprio.
Più semplicemente e precisamente si tratta di destrutturazione.
Il vero intento è demolire la scuola pubblica: demolendone la qualità e stravolgendone le finalità. Per questo governo ( buon ultimo) la scuola è un problema di riduzione di spesa e non c’è nessuna finalità pedagogica che guidi questi puri e semplici tagli.
Non a caso l’art. 64 della legge 133 dove si parla di “disposizioni scolastiche” è inserito nel capo II che recita come titolo “contenimento della spesa”. In parole più chiare per il governo l’importante è soltanto ridurre i costi e non di certo, checché ne dica, migliorare la qualità dell’istruzione. Nel giro di tre anni a partire dal 2009/10 si taglieranno 88.000 posti tra i docenti ( precari ma anche di ruolo) e circa 44.000 tra il personale ATA per un totale di 131.841 lavoratori.
L’obiettivo sarà raggiunto:
- aumentando il numero di studenti per classe (fino a un massimo di 35!)
- ripristinando alle elementari la figura del maestro unico, cioè, inevitabilmente impoverendo l’offerta formativa basilare necessaria per poter gestire una società così complessa come l’attuale e riportando indietro la società italiana di almeno 30 anni ( come faranno poi i maestri unici ad insegnare in modo accettabile tutta una serie di materie specialistiche, che vanno da inglese a informatica, nessuno lo sa!)
- riducendo l’orario di lezione in ogni grado d’istruzione dalle elementari alle superiori, con un massimo di 30 ore settimanali
- eliminando alcuni corsi serali per adulti
- accorpando le classi di concorso degli insegnanti di modo che un docente possa insegnare più materie e utilizzando i docenti di ruolo in esubero in altre attività
- diminuendo le ore di sostegno ai ragazzi diversamente abili e quelle di compresenza.
Tutte queste “innovazioni” creeranno le condizioni per un concreto peggioramento della qualità della scuola. Un docente dovrà svolgere il suo programma spesso con meno ore e con più ragazzi da seguire in classe, gli allievi dovranno velocizzare l’apprendimento per il minore tempo-scuola a disposizione aumentando il lavoro individuale a casa, le famiglie dovranno accollarsi spese maggiori per dare ai loro figli un’istruzione almeno decente.
Non è tagliando i fondi all’istruzione che si aumenta la sua qualità e si favorisce l’innovazione, proprio in un momento come questo di crisi sistemica in cui ce ne sarebbe tanto bisogno.
Penso che sia interessante soffermarsi sulla “filosofia” che sottintende tale pseudoriforma. Ciò che veramente si vuole è dequalificare l’istruzione pubblica per dare spazio alle scuole private.
Come vuole il liberismo, anche la scuola, come la sanità e la previdenza sociale, deve essere mercato senza regole.
Ma la scuola privata, oltre che essere in Italia solitamente di bassa qualità e non laica, non permette una vera libertà d’insegnamento e di ricerca – condizioni fondamentali per la sua qualità – riducendosi purtroppo a “diplomificio”.
Tale programma di tagli generalizzati – non si vede nessun disegno di lotta agli sprechi che pure nella scuola esistono – è finalizzato a un risparmio di risorse. Ma per fare che?
Se la cultura, la ricerca, la formazione sono solo un peso da ridurre, così come le altre voci delle spese pubbliche, a cosa sono indirizzati i soldi delle imposte degli italiani?
Molto probabilmente a cercare di sanare un deficit di stato inestinguibile che un sistema finanziario mondiale ingiusto e irrazionale ha creato e continua a mantenere nonostante la profonda inevitabile crisi dello stesso.
In parole povere i nostri soldi pubblici continueranno a nutrire un capitale privato, già ricchissimo ma insensato, che è incapace di autoregolarsi e sopravvivere senza l’intervento pubblico, ricorrente nelle sue ripetute crisi strutturali.
Ancora più semplicemente: il nostro lavoro e i nostri soldi (di noi popoli del mondo) continueranno ad arricchire i pochi potenti che hanno in mano il controllo dell’emissione della moneta e la struttura finanziaria ed economica del sistema stesso. Pochi interessi privati che detengono e gestiscono il controllo degli stati contro l’interesse pubblico.
Grazie all’ignoranza.
Quanti di noi sanno, per esempio, che le banche centrali ( come la banca d’Italia ) non sono pubbliche ma in mano a pochi privati e che il costo del denaro e i tassi d’interesse non dipendono dai governi – più o meno democraticamente eletti – ma da pochi affaristi che non pensano ad altro che al loro interesse egoistico?
Tale sistema socio-economico che sfrutta gli uomini, spreca risorse, inquina, consuma e distrugge la vita del nostro pianeta per aumentare infinitamente la ricchezza di pochi, è un non-senso.
Senza conoscere la realtà non la si può migliorare. La scuola può essere uno stimolo alla conoscenza e al formarsi di coscienza critica.
Ecco perché deve essere affossata.
Cesare Battistelli docente di Storia e Filosofia
SCUOLA E GLOBALIZZAZIONE
In questi giorni il governo ha approvato ( con la fiducia) alla Camera la legge Gelmini sulla scuola.
Parlare di riforma in questo caso risulterebbe improprio.
Più semplicemente e precisamente si tratta di destrutturazione.
Il vero intento è demolire la scuola pubblica: demolendone la qualità e stravolgendone le finalità. Per questo governo ( buon ultimo) la scuola è un problema di riduzione di spesa e non c’è nessuna finalità pedagogica che guidi questi puri e semplici tagli.
Non a caso l’art. 64 della legge 133 dove si parla di “disposizioni scolastiche” è inserito nel capo II che recita come titolo “contenimento della spesa”. In parole più chiare per il governo l’importante è soltanto ridurre i costi e non di certo, checché ne dica, migliorare la qualità dell’istruzione. Nel giro di tre anni a partire dal 2009/10 si taglieranno 88.000 posti tra i docenti ( precari ma anche di ruolo) e circa 44.000 tra il personale ATA per un totale di 131.841 lavoratori.
L’obiettivo sarà raggiunto:
- aumentando il numero di studenti per classe (fino a un massimo di 35!)
- ripristinando alle elementari la figura del maestro unico, cioè, inevitabilmente impoverendo l’offerta formativa basilare necessaria per poter gestire una società così complessa come l’attuale e riportando indietro la società italiana di almeno 30 anni ( come faranno poi i maestri unici ad insegnare in modo accettabile tutta una serie di materie specialistiche, che vanno da inglese a informatica, nessuno lo sa!)
- riducendo l’orario di lezione in ogni grado d’istruzione dalle elementari alle superiori, con un massimo di 30 ore settimanali
- eliminando alcuni corsi serali per adulti
- accorpando le classi di concorso degli insegnanti di modo che un docente possa insegnare più materie e utilizzando i docenti di ruolo in esubero in altre attività
- diminuendo le ore di sostegno ai ragazzi diversamente abili e quelle di compresenza.
Tutte queste “innovazioni” creeranno le condizioni per un concreto peggioramento della qualità della scuola. Un docente dovrà svolgere il suo programma spesso con meno ore e con più ragazzi da seguire in classe, gli allievi dovranno velocizzare l’apprendimento per il minore tempo-scuola a disposizione aumentando il lavoro individuale a casa, le famiglie dovranno accollarsi spese maggiori per dare ai loro figli un’istruzione almeno decente.
Non è tagliando i fondi all’istruzione che si aumenta la sua qualità e si favorisce l’innovazione, proprio in un momento come questo di crisi sistemica in cui ce ne sarebbe tanto bisogno.
Penso che sia interessante soffermarsi sulla “filosofia” che sottintende tale pseudoriforma. Ciò che veramente si vuole è dequalificare l’istruzione pubblica per dare spazio alle scuole private.
Come vuole il liberismo, anche la scuola, come la sanità e la previdenza sociale, deve essere mercato senza regole.
Ma la scuola privata, oltre che essere in Italia solitamente di bassa qualità e non laica, non permette una vera libertà d’insegnamento e di ricerca – condizioni fondamentali per la sua qualità – riducendosi purtroppo a “diplomificio”.
Tale programma di tagli generalizzati – non si vede nessun disegno di lotta agli sprechi che pure nella scuola esistono – è finalizzato a un risparmio di risorse. Ma per fare che?
Se la cultura, la ricerca, la formazione sono solo un peso da ridurre, così come le altre voci delle spese pubbliche, a cosa sono indirizzati i soldi delle imposte degli italiani?
Molto probabilmente a cercare di sanare un deficit di stato inestinguibile che un sistema finanziario mondiale ingiusto e irrazionale ha creato e continua a mantenere nonostante la profonda inevitabile crisi dello stesso.
In parole povere i nostri soldi pubblici continueranno a nutrire un capitale privato, già ricchissimo ma insensato, che è incapace di autoregolarsi e sopravvivere senza l’intervento pubblico, ricorrente nelle sue ripetute crisi strutturali.
Ancora più semplicemente: il nostro lavoro e i nostri soldi (di noi popoli del mondo) continueranno ad arricchire i pochi potenti che hanno in mano il controllo dell’emissione della moneta e la struttura finanziaria ed economica del sistema stesso. Pochi interessi privati che detengono e gestiscono il controllo degli stati contro l’interesse pubblico.
Grazie all’ignoranza.
Quanti di noi sanno, per esempio, che le banche centrali ( come la banca d’Italia ) non sono pubbliche ma in mano a pochi privati e che il costo del denaro e i tassi d’interesse non dipendono dai governi – più o meno democraticamente eletti – ma da pochi affaristi che non pensano ad altro che al loro interesse egoistico?
Tale sistema socio-economico che sfrutta gli uomini, spreca risorse, inquina, consuma e distrugge la vita del nostro pianeta per aumentare infinitamente la ricchezza di pochi, è un non-senso.
Senza conoscere la realtà non la si può migliorare. La scuola può essere uno stimolo alla conoscenza e al formarsi di coscienza critica.
Ecco perché deve essere affossata.
Cesare Battistelli docente di Storia e Filosofia
Commenti
Ecco perché deve essere affossata...", questo sintetizza tutto, tutto quello che stanno facendo.
Sempre più precari.
Sempre più poveri.
Sempre più alla mercè dei potenti senza scrupoli.
Sempre più schiavi.
Sempre più soli.
E infine: sempre più ignoranti.
Perché LORO ci vorranno così.
:*-(
Un caro saluto
Bel post!
Notte
"Un discorso a parte meritano gli italiani. «Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni."
Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani
Ecco perché deve essere affossata."
Che strano mi sembra secoli che nn vedo qsto nella scuola.
L'ignoranza e la noia sono le cose che temo di più...
Spero che almeno in un modo o nell'altro i dubbi si riescano ad istillare sempre....
Buonanotte get :)
notte
Tagli per risparmiare e smantellamento della scuola pubblica gli scopi che si prefiggono.
Distruggere la scuola e l'università, significa aggredire pesantemente lo stato sociale e ridurre uno dei fondamentali diritti, che potrebbero consentire la crescita sociale diffusa della popolazione.
E' tutto dentro la logica delle destre.
Il problema sono stati gli Italiani alle ultime elezioni,il problema sono quelli che ancora sostengono il governo anche su queste cose(mia madre lavora in una scuola elementare quasi tutta schierata con Berlusconi e Gelmini,evidentemente è l'unica precaria)-
L'unica è non permettere loro di affossare la scuola affossando loro.
E' un massacro economico e strutturale, nient'altro. Alcuni hanno persino il coraggio di dire che la gente è favorevole alla legge approvata e al DL in fase di approvazione perché sono favorevoli ai grembiulini e al voto espresso in decimi.
Per fortuna che in questo paese c'è ancora una bella fetta di popolazione che non s'è ancora lasciata rimbecillire del tutto e lo sta dimostrando!
Comunque è davvero acutissima l'osservazione del legame tra scuola, liberismo e globalizzazione! Interessantissima...
Ho le idee più chiare sulle banche.
ci vogliono ignoranti...
35 alunni in una classe non fanno un'aula ma un manicomio...
nessuno imparerà niente...
poveri professori!
povera me.... sempre più precaria
STOP aspettiamo gli eventi dopo la discussione camerale.
a questo punto caro Marco,visto che su sti stronzi ho pigiato tanto la tastiera che molte lettere sono kaputt,io invece ti lascio una "chicca" che m'ha regalato un'amica,con affetto ;-)
Hai ragione babellina:Le pause riflessive servono a guardarsi dentro,fanno bene al cuore e guardarsi dentro produce sempre strani effetti :O):P
ciao Marco
gabrybabelle
"signoraggio"credo che tu lo conosca ,in ogni caso lui è anni che ne scrive,passando dai blog al sito vero e propio ma nessuno lo ascolta,litigo' a suo tempo anche con grillo,ma credo che oggi qualcuno gli abbia dato retta(Report)ma è ancora all'acqua di rose,nessuno approfondisce bene e tantomeno ne fa conoscere le ragoni profonde che sono alal base anche dei disastri finanzairi di molti paesi del mondo!
E' assurdo che qua si regalino soldi a banche, ad Alitalia, a comuni dissesstati e si vada a tagliare sull'istruzione di tutti, se non è classismo questo (si fottano i poveri vengano aiutati i ricchi che sbagliano) cos'è?
Che dire : io continuo ad essere di quelli che hanno ancora voglia di andare avanti e sapere, e non mi fermo per il momento e non mi faccio scoraggiare; faccio scuola io ai miei figli , se quella che frequentano tenti di bloccare loro le ali della conoscenza..
Buon fine settimana Marco da imparare, un abbraccio al volo ma alto alto come te.