Ieri sera, ho riletto alcuni post nel blog cominciando proprio dal primo . Non c'era nessuno di voi allora e siccome lo ritengo una ottima disamina della società, ho deciso di ripubblicarlo.
Il problema della società è che l’iniziativa si è spostata, bene o male, nel campo del capitale come in quello del lavoro, dall'individuo alla burocrazia. Un crescente numero di persone cessa di essere indipendente per diventare subordinato ai direttori delle grosse imprese economiche.Un tratto decisivo risultante da questa concentrazione di capitale, e caratteristico del capitalismo moderno, sta nel sistema dell'organizzazione del lavoro. Imprese vastamente centralizzate con una radicale divisione di lavoro conducono a un'organizzazione in cui l'individuo si spersonalizza, in cui diventa un prezioso dente dell'ingranaggio. Il problema umano del capitalismo moderno può essere formulato nel modo seguente. Il capitalismo moderno necessita di uomini che cooperino in vasto numero; che vogliano consumare sempre di più; i cui gusti siano standardizzati e possano essere facilmente previsti e influenzati. Necessita di uomini che si sentano liberi e indipendenti, che non si assoggettino ad alcuna autorità e tuttavia siano desiderosi di essere comandati, di fare ciò che ci si aspetta da loro, di adattarsi alla moderna macchina priva di frizione; che possano essere guidati senza la forza, guidati senza capi, incitati senza uno scopo, tranne quello di rendere, di essere sulla breccia, di funzionare, di andare avanti.Qual è il risultato? L’uomo moderno è staccato da se stesso, dai suoi simili, dalla natura. È stato trasformato in un oggetto, sente le sue forze vitali come un investimento che gli deve dare il massimo profitto ottenibile alle condizioni di mercato del momento.Le relazioni umane sono essenzialmente quelle degli automi, ognuno dei quali basa la propria sicurezza tenendosi vicino al gregge e non divergendo nel pensiero, nei sentimenti o nell'azione. Mentre ognuno prova a essere il più vicino possibile agli altri, ognuno rimane disperatamente solo, pervaso da un profondo senso d'insicurezza, ansia e colpa, che sempre si verificano quando la separazione umana non può essere vinta. La nostra civiltà offre molti palliativi che aiutano la gente a essere «coscientemente inconscia» di questa solitudine: primo fra tutti la stretta routine del lavoro meccanico, burocratico, che aiuta la gente a restare inconscia dei più fondamentali desideri umani, del desiderio di trascendenza e unità. Finché la routine da sola non ci riesce, l'uomo supera la propria inconsapevole disperazione mediante la routine dei divertimenti, della consumazione passiva dei suoni e delle immagini offerti dall'industria del divertimento; oltre a ciò, mediante la soddisfazione di comprare sempre nuove cose, per subito scambiarle con altre.L’uomo moderno è in realtà vicino al quadro che Huxley descrive ne Il mondo nuovo:ben nutrito, soddisfatto sessualmente, eppure unito solo superficialmente ai propri simili, guidato dagli slogans di Huxley: «Quando l'individuo sente, la comunità vacilla», oppure: «Mai rimandare a domani il divertimento che potete avere oggi»; o:«Tutti sono felici, al giorno d'oggi». La felicità odierna dell'uomo consiste nel«divertirsi». Divertirsi significa consumare e comprare cibi, bevande, sigarette, gente, libri, film - tutto è consumato, inghiottito. Il mondo è un grosso oggetto che suscita i nostri appetiti, una grossa mela, una grossa bottiglia, un grosso seno; noi siamo i consumatori, gli uomini in eterna attesa, gli speranzosi, e gli eterni delusi. Il nostro carattere è congegnato in modo da scambiare e ricevere, da barattare e consumare; tutto, sia le cose spirituali sia quelle materiali, diviene oggetto di scambio e di consumo. La situazione, per quanto riguarda l'amore, corrisponde al carattere sociale dell'uomo moderno. Gli automi non possono amare; possono scambiarsi i loro«fardelli di personalità», e sperare in uno scambio leale.
Tratto da l'Arte di Amare di Eric Fromm.
Il problema della società è che l’iniziativa si è spostata, bene o male, nel campo del capitale come in quello del lavoro, dall'individuo alla burocrazia. Un crescente numero di persone cessa di essere indipendente per diventare subordinato ai direttori delle grosse imprese economiche.Un tratto decisivo risultante da questa concentrazione di capitale, e caratteristico del capitalismo moderno, sta nel sistema dell'organizzazione del lavoro. Imprese vastamente centralizzate con una radicale divisione di lavoro conducono a un'organizzazione in cui l'individuo si spersonalizza, in cui diventa un prezioso dente dell'ingranaggio. Il problema umano del capitalismo moderno può essere formulato nel modo seguente. Il capitalismo moderno necessita di uomini che cooperino in vasto numero; che vogliano consumare sempre di più; i cui gusti siano standardizzati e possano essere facilmente previsti e influenzati. Necessita di uomini che si sentano liberi e indipendenti, che non si assoggettino ad alcuna autorità e tuttavia siano desiderosi di essere comandati, di fare ciò che ci si aspetta da loro, di adattarsi alla moderna macchina priva di frizione; che possano essere guidati senza la forza, guidati senza capi, incitati senza uno scopo, tranne quello di rendere, di essere sulla breccia, di funzionare, di andare avanti.Qual è il risultato? L’uomo moderno è staccato da se stesso, dai suoi simili, dalla natura. È stato trasformato in un oggetto, sente le sue forze vitali come un investimento che gli deve dare il massimo profitto ottenibile alle condizioni di mercato del momento.Le relazioni umane sono essenzialmente quelle degli automi, ognuno dei quali basa la propria sicurezza tenendosi vicino al gregge e non divergendo nel pensiero, nei sentimenti o nell'azione. Mentre ognuno prova a essere il più vicino possibile agli altri, ognuno rimane disperatamente solo, pervaso da un profondo senso d'insicurezza, ansia e colpa, che sempre si verificano quando la separazione umana non può essere vinta. La nostra civiltà offre molti palliativi che aiutano la gente a essere «coscientemente inconscia» di questa solitudine: primo fra tutti la stretta routine del lavoro meccanico, burocratico, che aiuta la gente a restare inconscia dei più fondamentali desideri umani, del desiderio di trascendenza e unità. Finché la routine da sola non ci riesce, l'uomo supera la propria inconsapevole disperazione mediante la routine dei divertimenti, della consumazione passiva dei suoni e delle immagini offerti dall'industria del divertimento; oltre a ciò, mediante la soddisfazione di comprare sempre nuove cose, per subito scambiarle con altre.L’uomo moderno è in realtà vicino al quadro che Huxley descrive ne Il mondo nuovo:ben nutrito, soddisfatto sessualmente, eppure unito solo superficialmente ai propri simili, guidato dagli slogans di Huxley: «Quando l'individuo sente, la comunità vacilla», oppure: «Mai rimandare a domani il divertimento che potete avere oggi»; o:«Tutti sono felici, al giorno d'oggi». La felicità odierna dell'uomo consiste nel«divertirsi». Divertirsi significa consumare e comprare cibi, bevande, sigarette, gente, libri, film - tutto è consumato, inghiottito. Il mondo è un grosso oggetto che suscita i nostri appetiti, una grossa mela, una grossa bottiglia, un grosso seno; noi siamo i consumatori, gli uomini in eterna attesa, gli speranzosi, e gli eterni delusi. Il nostro carattere è congegnato in modo da scambiare e ricevere, da barattare e consumare; tutto, sia le cose spirituali sia quelle materiali, diviene oggetto di scambio e di consumo. La situazione, per quanto riguarda l'amore, corrisponde al carattere sociale dell'uomo moderno. Gli automi non possono amare; possono scambiarsi i loro«fardelli di personalità», e sperare in uno scambio leale.
Tratto da l'Arte di Amare di Eric Fromm.
Commenti
Anche se nn mi piace molto fromm proprio ieri ho riletto una stralcio de "l'arte di amare"...
Ma vedi un po' che post di inizio che hai scelto!!!
Meno male che almeno dopo ti ho beccato!
Un abbraccio get....forte!
Già letto e ammirato.
Un saluto
Ciao Desa, questa coincidenza non può farmi altro che piacere.
Un abbracio a te us
QUIZ: LE FRASI CELEBRI DEL CINEMA
Sai, stranamente non ho mai letto Eric Fromm, lo recupererò quanto prima!!!
Che bel post, caro!!!
;-)
PS: grazie per il dono...
non mi stupisce averle lette sul tuo blog
Ma sarà vero divertimento quello di oggi?
Io mi "diverto" a modo mio, con poco e sono felice, almeno ci provo.
Bel pezzo, davvero...
Dovrò leggerlo :)
A presto!
Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
Cambiare si può...
sono assolutamente d'accordo!
X SOL=un baciotto mio caro! ;)
Purtroppo si vive in epoca di conformismo,dove non esistono individui ma solo persone,c'è solo omologazione,e dove nn ci sono individui non esiste capacità di sentimenti veri ma al massimo di retorica vuota.
Non mi stupisco: se non qui, dove?